I fiori hanno da sempre una forte valenza simbolica: si usano per esprimere i più svariati sentimenti, dalla gioia di un matrimonio al dolore per un funerale, ma anche per ornare spazi pubblici e privati come una sala banchetti o il salotto di casa. E i fiori hanno anche un significato ben preciso, con le rose rosse tipicamente associate all’amore o i crisantemi più “gettonati” per occasioni meno gioiose.

La liturgia non fa eccezione, visto che i fiori sono un elemento tipico delle chiese: i colori e i profumi rendono l’ambiente più accogliente e favoriscono un clima di preghiera e raccoglimento, coinvolgendo i vari sensi del corpo; la liturgia celebra il mistero pasquale che è espressione dell’amore di Dio per l’uomo e quindi della bellezza. Le celebrazioni devono quindi far risplendere questa bellezza, esprimendola in ogni sua forma.

Anche le Sacre Scritture fanno riferimento alle rose, al coriandolo o ai gigli del campo (“Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” Lc 12, 25-28).Entrare in una chiesa bella e profumata dispone l’animo in modo positivo e lo eleva, mentre stare in un luogo decorato con fiori appassiti, marci o che addirittura emanano cattivo odore… rischia addirittura di distogliere l’attenzione dalla preghiera. Ecco perché curare i fiori per la liturgia è così importante ed ecco perché è assolutamente vietato usarli di plastica: le piante, le candele, l’incenso devono essere reali e seguire il loro ciclo naturale perché espressione della nostra vita.

I fiori, come detto, hanno un significato ben preciso tanto che il Messale Romano dà anche alcune indicazioni. “Nell’ornare l’altare si agisca con moderazione”, si legge al numero 305 dell’Ordinamento generale che specifica anche alcune indicazioni per i tempi liturgici come l’Avvento (si eviti “di anticipare la gioia piena della Natività del Signore”) o la Quaresima (“È proibito ornare l’altare con i fiori”, a eccezione di solennità, feste e IV domenica). In generale però, dice il Messale, l’uso dei fiori deve essere sempre misurato, i fiori devono essere sobri per numero e dimensione e viene dato anche un suggerimento: piuttosto che sopra l’altare, i fiori siano messi attorno o accanto. Ma i fiori possono decorare anche l’ambone che simbolicamente richiama la risurrezione e quindi l’immagine del giardino, il tabernacolo, il fonte battesimale, le statue.

Quello dell’ornamento floreale delle nostre chiese è quindi un ministero di fatto a tutti gli effetti che richiede non solo buon gusto, ma soprattutto una adeguata preparazione liturgica che consenta di rendere i fiori strumento attraverso cui esprimere la bellezza del creato e favorire un clima di preghiera e comunione.

Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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