Il segno di croce è forse il gesto più comune tra i cristiani: apre e chiude ogni preghiera, molti lo fanno prima di mangiare, appena si alzano al mattino o prima di coricarsi la sera. Un segno diffusissimo ma di cui forse tanti ignorano il profondo significato.Nei primi secoli della Chiesa, secondo quanto ci dicono i Padri, era più diffuso il “piccolo” segno della croce, ossia quello si fa che con il pollice sulla fronte o sulla bocca: un gesto che entra anche nella liturgia e che è rimasto ancora oggi quando, alla proclamazione del Vangelo durante la Messa, i fedeli tracciano un piccolo segno della croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore o, durante il Battesimo, si traccia sulla bocca e sulle orecchie per il rito dell’Effatà. O ancora per l’Invitatorio della Liturgia delle Ore.
Ma è solo a qualche secolo più tardi che si diffonde il “grande” segno della croce, cioè quello che tutti comunemente conosciamo e che viene fatto proprio dal Messale di Pio V: si porta la mano destra alla fronte, al petto e alle spalle (prima sinistra e poi destra). In Oriente, invece, il segno sulle spalle si fa prima a destra e poi a sinistra.Il segno della croce ha un significato profondamente “trinitario”, visto si fa accompagnato dalla formula “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Ed è Papa Francesco a ricordarci a cosa serve: «La croce è il distintivo che manifesta chi siamo: il nostro parlare, pensare, guardare, operare sta sotto il segno della croce, ossia dell’amore di Gesù fino alla fine […] Fare il segno della croce quando ci svegliamo, prima dei pasti, davanti a un pericolo, a difesa contro il male, la sera prima di dormire, significa dire a noi stessi e agli altri a chi apparteniamo, chi vogliamo essere».