La Chiesa nella liturgia, e cioè nella successione delle celebrazioni, utilizza un proprio calendario che scandisce domeniche e solennità, cioè “l’anno liturgico”. Un po’ come l’anno scolastico indica l’inizio e la fine delle attività della scuola, l’anno liturgico segna il susseguirsi delle celebrazioni secondo un ordine ben preciso da cui dipendono anche le letture del giorno o il “colore liturgico”.Nel corso dell’anno liturgico la Chiesa celebra tutto il mistero di Cristo, dalla sua nascita alla sua resurrezione, e (come dice Sacrosanctum concilium) “apre ai fedeli le ricchezze delle azioni salvifiche e dei meriti del suo Signore, così che siano resi in qualche modo presenti in ogni tempo, perché i fedeli possano venirne a contatto ed essere ripieni della grazia della salvezza”. L’anno liturgico si ripete in modo ciclico, così da offrire ai credenti la possibilità di celebrare e vivere sempre in modo nuovo le opere che Dio ha compiuto per noi.

Quando inizia e quando finisce? L’anno liturgico è diviso in tempi: Avvento, Natale, Ordinario, Quaresima, Triduo pasquale, Pasqua e di nuovo Ordinario. Inizia con la prima domenica di Avvento (intorno a fine novembre) e si conclude con la solennità di Cristo Re dell’Universo (cioè l’ultima domenica del tempo Ordinario prima del nuovo Avvento). Ogni tempo poi ha un suo inizio e una sua fine e, al suo interno, è a sua volta diviso secondo la successione delle domeniche e delle solennità, anche nei giorni feriali. L’anno liturgico (per le messe festive) segue un ciclo triennale: anno A, anno B e anno C, per poi ricominciare da capo. Ogni anno si basa su un vangelo sinottico: Matteo nell’anno A, Marco nell’anno B e Luca nell’anno C; il vangelo secondo Giovanni è invece proclamato in alcuni momenti particolari. Per i giorni feriali, il ciclo è biennale: pari e dispari.Il culmine dell’anno liturgico è la Pasqua, che Sant’Atanasio definiva “la grande domenica”; attorno a questo nucleo, nel tempo si è sviluppato tutto l’anno liturgico così come lo conosciamo oggi che non è altro che un “dispiegarsi dei diversi aspetti dell’unico mistero pasquale”. Oltre alle solennità che ripercorrono i misteri della salvezza, ci sono poi varie solennità che riguardano invece i santi e che vanno celebrate secondo un preciso ordine di priorità.

Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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