Il 5 novembre le diocesi siciliane sono accomunate da una particolare memoria liturgica obbligatoria: quella di “tutti i santi delle Chiese di Sicilia”. Celebrazione che cade qualche giorno dopo quelle del primo e del 2 novembre e che aiuta a focalizzare l’attenzione sulle donne e sugli uomini che nel corso dei secoli hanno offerto proprio nell’Isola una chiara testimonianza di fede. La celebrazione è regolata dal “Proprio regionale” e dal “Lezionario regionale”, libri liturgici che si usano solo in Sicilia per le celebrazioni tipiche di questa terra.Questa memoria è di costituzione recente, ma trae origine dalla tradizione seguita da alcune diocesi siciliane che proprio il 5 novembre (o in altra data) celebravano i santi le cui reliquie erano custodite dalle chiese locali; da qui la scelta di uniformare le celebrazioni stabilendo un’unica data per tutte le diocesi.

Dopo aver pregato l’1 per tutti i santi della Chiesa universale e aver offerto preghiere il giorno dopo in favore dei fedeli defunti, ai fedeli siciliani viene data un’ulteriore opportunità di meditazione e riflessione: pregare per quei santi e quelle sante che proprio in Sicilia hanno lasciato un segno radicato nella fede comune. Il Lezionario prevede una prima lettura tratta dal libro del profeta Geremia in cui si invita il popolo a innalzare canti di gioia e a far udire la propria lode, cioè quella gioia della Chiesa che nei santi vede già realizzata la propria speranza; il Vangelo di Giovanni sulle vite e i tralci invita invece a meditare l’amore di Dio come fonte della nostra vita.

Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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