Quella dei 498 martiri spagnoli è stata una delle più “affollate” cerimonie di beatificazione della storia della Chiesa: celebrata nel 2007 in piazza San Pietro, per volontà del pontefice Benedetto XVI, ha portato agli onori degli altari le quasi 500 vittime delle persecuzioni subite dalla Chiesa nella Spagna degli anni Trenta sconvolta dalla guerra civile. Una fase storica segnata dalle violenze perpetrate in tutto il Paese iberico e che colpirono anche il mondo cattolico: vescovi, sacerdoti, semplici fedeli furono l’obiettivo di uno spietato anticlericalismo, oltre a chiese e luoghi religiosi.

A rimetterci la vita furono una dozzina di vescovi, oltre 4 mila fra sacerdoti e seminaristi, oltre 2 mila religiosi e migliaia di laici; ad oggi la Chiesa ne ha beatificati oltre 2 mila (di cui 522 con Papa Francesco nel 2013) e ne ha canonizzati 11.“Questo gruppo così numeroso di beati ha manifestato fino al martirio il suo amore a Gesù Cristo, la sua fedeltà alla Chiesa cattolica e la sua intercessione presso Dio per tutto il mondo – disse nell’omelia il cardinale Martins – Prima di morire perdonarono a coloro che li perseguitarono, addirittura pregarono per loro […].

Il messaggio dei martiri è un messaggio di fede e amore. Dobbiamo sottoporci ad un coraggioso esame di coscienza, e fare propositi, affinché questa fede e questo amore si manifestino eroicamente nella nostra vita. Eroicità della fede e dell’amore nel nostro agire da persone inserite nella storia, come il lievito che dà il giusto fermento”.

Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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