La Francia vanta un grande santo, vivo nella memoria di molti e conosciuto come l’uomo della carità, parliamo di San Vincenzo de’ Paoli, nato a Pouy in Guascogna il 24 aprile 1581 e morto in Francia il 27 settembre 1660. Il 12 maggio del 1885 Leone XIII accogliendo il desiderio di molti vescovi dichiarò Vincenzo patrono universale di tutte le opere di carità per le sue opere a favore degli ultimi, dei bisognosi, delle ragazze, delle madri, dei pazzi e di tutti coloro che erano testimonianza del Cristo sofferente. Vincenzo accorse instancabilmente verso tutti e coinvolse per raggiungere più bisognosi possibile, diverse persone sensibili come lui a questa dimensione caritatevole. Fondò tre congregazioni: i Preti della Missione, le Dame della Carità e le Serve dei poveri. Congregazioni ancora presenti e che continuano dopo di lui l’opera iniziata.

Vincenzo amava ripetere che “i poveri sono i nostri padroni” e ai sacerdoti: “amiamo Dio, fratelli miei, ma amiamolo a nostre spese, con la fatica delle nostre braccia, col sudore del nostro volto”. Si recava nelle prigioni per visitare i carcerati condannati ai lavori forzati, non arrestò mai il passo pur di provvedere a tutti i poveri, e insieme a Santa Luisa de Marillac, fondò la Congregazione delle Figlie della Carità, la cui opera benefica era destinata ai poveri, ai malati negli ospedali, ai trovatelli, agli orfani, ai vecchi, ai feriti di guerra, agli invalidi e ad ogni sorta di miseria umana. A Vincenzo de’ Paoli stava anche a cuore la formazione dei futuri sacerdoti e così affidò questo delicato compito ai Preti della Missione i quali per la loro formazione e le loro capacità furono stimati a livello ecclesiale e a loro fu affidata la formazione culturale ma soprattutto spirituale dei candidati al sacerdozio.

L’opera del de’ Paoli sorge in un periodo storico della Francia abbastanza provato, l’assolutismo dell’aristocrazia, i difficili rapporti tra Stato e Chiesa, la schiavitù della quale lo stesso Santo fu vittima, venne catturato dai pirati che assalirono la nave dove era imbarcato, mentre viaggiava per mare da Marsiglia a Narbona, passando per mano di tre padroni fino a quando non riuscì a fuggire. In questo periodo buio, il Signore volle accendere una luce attraverso la testimonianza di questo nostro fratello, in ogni tempo il Signore suscita vocazioni in grado di rispondere ai bisogni dell’umanità perché ritrovi la strada smarrita.

Di Maria Catena

Docente di Liturgia, scrive per Theofilos, la rivista della Scuola Teologica di Base “San Luca Evangelista” dell’Arcidiocesi di Palermo.

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