Dalle poche notizie che riceviamo dai Vangeli di Luca (24,13-33) e di Giovanni (19,25), il primo riguarda i racconti delle apparizioni del Risorto ai suoi discepoli e il secondo ci narra della crocifissione, apprendiamo che Clèopa (o Cleofe o Clopa, tutti nomi appartenenti alla stessa persona, derivanti dal nome ebraico Halphai), è il padre di tre apostoli: Giacomo il Minore, Giuda e Simone, e di Giuseppe, fratelli, cioè cugini, del Signore. È anche lo sposo di Maria, sorella, in senso più o meno proprio, della Madre di Gesù, presente insieme a lei, alle altre pie donne e al discepolo amato ai piedi della Croce.

Lo storico palestinese Egesippo afferma che Clèopa è anche fratello di S. Giuseppe e secondo i padri della Chiesa, Eusebio e Girolamo, fu originario di Emmaus e qui venne trucidato a testimonianza della sua fede. Testimone diretto della Resurrezione di Cristo, in cammino verso casa con un altro discepolo, oppure discepola – avrebbe potuto essere la moglie Maria la compagna di viaggio con la quale faceva rientro – delusi entrambi mentre ritornavano alla loro vecchia vita, lungo la strada vengono accostati dal Signore, al momento irriconoscibile ai loro occhi. Lungo il cammino quel dialogo e poi il gesto dello spezzare il pane, per entrambi diventano l’esperienza illuminante e incoraggiante dell’adesione piena alla fede pasquale. Il Martirologio Romano ha inserito il suo nome il 25 settembre e ne conferma il martirio avvenuto per mano dei Giudei.

Di Maria Catena

Docente di Liturgia, scrive per Theofilos, la rivista della Scuola Teologica di Base “San Luca Evangelista” dell’Arcidiocesi di Palermo.

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