A partire dall’apparizione della Vergine Maria nel 1212 a san Domenico di Guzman, durante la sua permanenza a Tolosa, evento nel quale Maria gli consegnò il Santo Rosario, come risposta ad una sua preghiera a Lei rivolta, da allora questa preghiera mariana si diffuse in tutto il mondo.“Il Rosario, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore.

Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore”. Così introduce San Giovanni Paolo II la sua lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae. Proprio domenica scorsa, pregando la Supplica alla Madonna di Pompei, rivolgendoci a Maria, “Catena dolce che ci rannodi a Dio”, le abbiamo strappato una speciale benedizione. È commovente questa richiesta, chiedere alla Mamma che ci protegga con il suo amore, come sa fare ogni mamma. Il Rosario è la preghiera dei semplici che vogliono contemplare la vita di Cristo, con gli stessi sentimenti e atteggiamenti che hanno animato e sostenuto la vita interiore di Maria, in particolare la sua fede, la speranza e la carità che, nonostante tutto, hanno spinto i suoi passi verso la piena adesione alla volontà di Dio.

La fatica, la difficoltà della sequela, sono state affrontate da Maria con l’audacia e il coraggio di chi è certa che quando Dio si prende un impegno lo mantiene fino alla fine. La preghiera del Santo Rosario, altro non è che un itinerario di contemplazione e “privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato” (RVM, 12). “L’immergersi infatti, di mistero in mistero, nella vita del Redentore, fa sì che quanto Egli ha operato e la Liturgia attualizza, venga profondamente assimilato fino a plasmare l’intera esistenza” (cf.13). La contemplazione, quando è vera, cioè quando veramente ci permette di entrare nella relazione dinamica con il Dio Amore, allora rende concreto l’itinerario di fede. Nella preghiera del Santo Rosario, diventano vere quattro vie di assimilazione a Cristo: Imparare, conformarsi, supplicare e annunciare.

Di Maria Catena

Docente di Liturgia, scrive per Theofilos, la rivista della Scuola Teologica di Base “San Luca Evangelista” dell’Arcidiocesi di Palermo.

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