Sant’Antelmo è uno dei santi più importanti dell’ordine certosino, uno degli ordini monastici considerati più rigorosi della Chiesa cattolica. Fondato agli inizi del secondo millennio da San Bruno in Francia, prende il nome dal Massiccio della Certosa, montagna delle prealpi francesi, dove il fondatore si rifugiò insieme ad alcuni compagni per vivere un’esistenza dedita alla contemplazione. Ancora oggi l’ordine certosino è composto da monaci che vivono in piccole comunità ma dedicandosi al silenzio e alla solitudine, tranne che per la liturgia. Uno stile che affascinò Antelmo, nato in una nobile famiglia nel 1107 e ordinato sacerdote, salvo poi entrare nell’ordine e divenire procuratore della Grande Certosa, di cui sarà poi priore e infine Generale dell’ordine. Chiamato “padre dei poveri” per la sua grande carità, appoggiò papa Alessandro nella disputa con l’antipapa e nel 1163 venne nominato vescovo di Belley pur mantenendo quell’umiltà per cui era ormai famoso. L’iconografia lo vuole raffigurato con una lampada sopra la testa e un dito dal cielo rivolto alla fiamma.

Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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