San Massimo è considerato il primo vescovo e quindi il fondatore della arcidiocesi di Torino, dove visse tra il IV e il V secolo dopo Cristo. Non si hanno molte notizie di questo santo, sebbene sia venerato come tale sia dai cattolici che dagli ortodossi: nato nel Nord Italia, seguace di Sant’Eusebio di Vercelli e di Sant’Ambrogio, divenne famoso per i suoi sermoni e per la sua conoscenza delle Sacre Scritture. Ci sono numerosi scritti attribuiti a San Massimo e che danno alcune informazioni sulla sua vita, oltre a testimoniare la sua profonda venerazione nei confronti dei protomartiri torinesi Ottavio, Avventore e Solutore.

A San Massimo è dedicata anche l’udienza generale che Papa Benedetto XVI ha tenuto a San Pietro nell’ottobre del 2017: «In quel tempo – ha detto Papa Benedetto XVI – gravi tensioni turbavano l’ordinata convivenza civile. Massimo, in questo contesto, riuscì a coagulare il popolo cristiano attorno alla sua persona di Pastore e di maestro. La città era minacciata da gruppi sparsi di barbari che, entrati dai valichi orientali, si spingevano fino alle Alpi occidentali. Per questo Torino era stabilmente presidiata da guarnigioni militari e diventava, nei momenti critici, il rifugio delle popolazioni in fuga dalle campagne e dai centri urbani sguarniti di protezione. Gli interventi di Massimo, di fronte a questa situazione, testimoniano l’impegno di reagire al degrado civile e alla disgregazione.

Anche se resta difficile determinare la composizione sociale dei destinatari dei Sermoni, pare che la predicazione di Massimo – per superare il rischio della genericità – si rivolgesse in modo specifico a un nucleo selezionato della comunità cristiana di Torino, costituito da ricchi proprietari terrieri, che avevano i loro possedimenti nella campagna torinese e la casa in città. Fu una lucida scelta pastorale del Vescovo, che intravide in questo tipo di predicazione la via più efficace per mantenere e rinsaldare il proprio legame con il popolo».

Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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