Nato ad Antiochia, in Cilicia, secondo un’antica tradizione, Pancrazio, appena adolescente, si reca a Gerusalemme insieme al padre, desideroso, quest’ultimo, di vedere il Gesù di Nazareth di cui parlavano tutti. Pancrazio – così sembrerebbe – dopo aver visto con i propri occhi il Figlio di Dio, ritorna ad Antiochia, conosce l’apostolo Pietro, e da lui viene battezzato, avviato al sacerdozio e consacrato vescovo. La tradizione vuole che sia stato proprio San Pietro ad inviare Pancrazio, nel 40 d.C., in Sicilia come primo vescovo di Taormina.La presenza di Pancrazio a Taormina portò alla conversione di tanti pagani; si racconta anche un episodio prodigioso compiuto dal santo Vescovo, il quale, invitato dai nemici ad un banchetto volevano costringerlo a baciare un idolo di legno che Pancrazio distrusse con un semplice segno di croce. Tale episodio gli costò la morte; Pancrazio venne, infatti, aggredito con feroci colpi di bastoni, pietre e spade, e il suo cadavere occultato in un pozzo. Rinvenuto il corpo, i fedeli diedero degna sepoltura al loro vescovo che divenne patrono di Taormina e di Canicattì dove il culto del martire Pancrazio ebbe una forte eco.

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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