I primi anni di vita di Santa Germana Cousin furono travagliati: a pochi giorni dalla nascita muore la mamma; una malformazione congenita le blocca un braccio e una forma di tubercolosi deturpa il suo viso. In casa non riceve il benché minimo gesto di attenzione, e per la piccola Germana – ignorata e isolata persino dal padre e dalla nuova compagna, sposata in seconde nozze – non si prospetta un futuro migliore, rispetto a quello che la vede già nei pascoli a custodire le greggi e a dormire in una stalla.

Ma se da un lato i familiari tendono ad emarginare la piccola Germana – già provata da tante fragilità –, dall’altro, il buon Dio sta preparando per la sua creatura un importante itinerario di santità, i cui segni straordinari non tardano ad arrivare.

Germana, infatti, recitava quotidianamente il Rosario e l’Angelus, e per poter prendere parte alla Messa doveva lasciare incustodito il gregge, ma al suo rientro, con grande sorpresa, si constatava che nessuna delle sue pecore si era dispersa. Nonostante fosse priva di cultura scolastica, tutto ciò che di Dio e della Madonna aveva imparato in parrocchia fu capace di trasmetterlo ad un gruppo di bambini abbandonati e affamati, e per i quali non esitava a portare loro il pane preso da casa. Si racconta che il padre della giovane Germana, insospettito, un giorno chiese alla figlia che cosa portasse nel grembiule, credendo che vi fosse il pane sottratto da casa. Quando Germana aprì il grembiule, però, lo trovarono – inspiegabilmente e in pieno inverno – colmo di fiori profumati.

La piccola pastorella fu protagonista di tanti altri episodi prodigiosi. Come quella volta che riuscì ad attraversare un torrente in piena, aprendosi, come Mosè, un varco; in un altro episodio ancora, la videro oltrepassare un fiume senza bagnarsi. Tuttavia, gli abitanti di Pibrac, il villaggio natale, chiamavano Germana «la bigotta», e non mancavano di insultarla per quella “eccessiva” disponibilità a frequentare la Chiesa. La giovane pastorella, nonostante ciò, accettava e offriva quelle mortificazioni con cuore lieto, diventando per tutti un segno luminoso di adesione a Cristo e alla sua Chiesa.

Germana Cousin morirà, appena trentenne, il 15 giugno del 1601 in quella umile stalla che per tanti anni aveva abitato, con la dignità dei figli di Dio. Seppellito il suo corpo in chiesa, divenne subito meta di pellegrinaggi, ed è davvero difficile contare i numerosissimi miracoli avvenuti per intercessione di Germana Cousin, le cui spoglie mortali – dopo 40 anni dalla morte – risultarono sorprendentemente incorrotte.Patrona dei pastori, dei pellicciai, deboli, diseredati, persone abbandonate e dei “giovani a rischio”, Santa Germana Cousin verrà canonizzata da Pio IX nel 1867.

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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