Quella di Padre Pio da Pietrelcina è una delle storie di santità più note e più amate nel mondo cristiano. Con Francesco Forgione, nato a Pietrelcina il 25 maggio 1887, il buon Dio rilancia l’immagine universale del sacerdozio, restituendole la dignità sacramentale che, forse, in quel momento storico risultava vacillante. Gli avvenimenti prodigiosi che accompagnano la vita di questo santo frate cappuccino rivelano, infatti, la grande missione a cui sembrava destinato: «riprodurre visibilmente – spiega il teologo Antonio Maria Sicari – l’immagine di Cristo, crocifisso per la salvezza del mondo e tormentato dal maligno e dai peccatori».

Le stimmate. A quasi 20 anni dalla sua canonizzazione (16 giugno 2002) lo stigmatizzato più famoso del novecento, ancora oggi, parla a noi con grande fermezza.Le stimmate che Padre Pio ha ricevuto il 20 settembre 1918 sono intimamente legate al mistero della Croce. Egli, infatti, porta in sé, come un “imprimatur divino”, i segni della crocifissione di Cristo. «Non è forse proprio il “vanto della Croce” – affermava Giovanni Paolo II nel giorno della canonizzazione – ciò che maggiormente risplende in Padre Pio? Quanto attuale è la spiritualità della Croce vissuta dall’umile Cappuccino di Pietrelcina! Il nostro tempo ha bisogno di riscoprirne il valore per aprire il cuore alla speranza».

Il “martirio del confessionale. ”Padre Pio – attraverso quello che potremmo definire “il martirio del confessionale”, dove si racconta trascorresse intere giornate – può essere considerato un prototipo di grande santità sacerdotale. A tal proposito Giovanni Paolo II (ancora durante l’omelia di canonizzazione) disse: «Il ministero del confessionale, che costituisce uno dei tratti distintivi del suo apostolato, attirava folle innumerevoli di fedeli al Convento di San Giovanni Rotondo. Anche quando quel singolare confessore trattava i pellegrini con apparente durezza, questi, presa coscienza della gravità del peccato e sinceramente pentiti, quasi sempre tornavano indietro per l’abbraccio pacificante del perdono sacramentale».

La preghiera. Pio da Pietrelcina diceva di essere «un povero frate che prega», persuaso che «la preghiera è la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il Cuore di Dio». Ed è proprio alla sorgente di questo dialogo e comunione intima con Dio che nasceranno i “Gruppi di Preghiera” fondati da P. Pio. Passione, fermezza e coerenza di vita evangelica, infine, sono alcuni dei principali tratti caratteristici del grande Santo del Gargano, una delle figure più amate dal mondo cristiano e nello stesso tempo tra le più temute per quella particolare autorevolezza che mostrava incontrando i fedeli. Difficilmente accomodante non ammetteva nessun compromesso quando in gioco c’era la comunione tra Dio e le sue creature!

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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