Un nome che, come per ogni pontefice, è già un “programma”. Papa Leone XIV, eletto come 267esimo successore di san Pietro, questa mattina ha incontrato in Vaticano il Collegio dei cardinali per un discorso e uno scambio fraterno sulle questioni più importanti per la Chiesa.
Discorso nel quale ha toccato diversi punti, tra cui i motivi che lo hanno spinto a scegliere il suo nome da pontefice. “Vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II”, ha detto Robert Francis Prevost citando poi l’Esortazione apostolica “Evangelii gaudium” del predecessore Francesco.
“Proprio sentendomi chiamato a proseguire in questa scia – ha continuato il Santo Padre – ho pensato di prendere il nome di Leone XIV. Diverse sono le ragioni, però principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica “Rerum novarum”, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.
“È il Risorto, presente in mezzo a noi, che protegge e guida la Chiesa e che continua a ravvivarla nella speranza, attraverso l’amore ‘riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato’ (Rm 5,5). A noi spetta farci docili ascoltatori della sua voce e fedeli ministri dei suoi disegni di salvezza, ricordando che Dio ama comunicarsi, più che nel fragore del tuono e del terremoto, nel ‘sussurro di una brezza leggera’ (1Re 19,12) o, come alcuni traducono, in una ‘sottile voce di silenzio’. È questo l’incontro importante, da non perdere, e a cui educare e accompagnare tutto il santo Popolo di Dio che ci è affidato”.
Segui Porta di Servizio
Seguici sul nostro canale WhatsApp oppure qui t.me/portadiservizio sul gruppo Telegram.