Il Sabato santo è, per la Chiesa, un giorno di silenzio orante e adorante: celebrata la passione e la morte di Gesù e in attesa della Risurrezione, sostiamo in preghiera presso il sepolcro in cui è stato riposto il Cristo. Un giorno in cui, per antichissima tradizione, non si celebrano i sacramenti (tranne per quelli della penitenza e dell’unzione degli infermi) ma si raccomanda la celebrazione della liturgia delle ore o di “un pio esercizio rispondente al mistero di questo giorno” (Paschalis solemnitatis, n. 73).

Un’antica tradizione bizantina

Tra questi spicca sicuramente la così detta “Ora della Madre”, una liturgia di tradizione bizantina (in cui hanno posto privilegiato i “lamenti” della Madre e dei discepoli) che dalla fine degli anni Ottanta si è diffusa anche nel rito latino: celebrata per la prima volta a Roma nel 1987 nella basilica di Santa Maria Maggiore, in occasione dell’Anno mariano, si è andata diffondendo sempre di più anche se rimane ancora poco conosciuta, specie in Sicilia. Per due volte è stata celebrata anche a San Pietro, per volontà di san Giovanni Paolo II.

Il Direttorio sulla pietà popolare

Se il Venerdì santo è l’”ora” del Cristo, il Sabato santo può essere definito l’”Ora” della Madre, cioè di Maria, a cui la Chiesa si associa nella preghiera e nella speranza; una tradizione da cui deriva la memoria di “santa Maria in sabato” e che viene citata anche dal “Direttorio su Pietà popolare e liturgia” del 2002.

“In Maria, secondo l’insegnamento della tradizione, è come radunato tutto il corpo della Chiesa: ella è la ‘credentium collectio universa’ – si legge al numero 147 -. Perciò la Vergine Maria che sosta presso il sepolcro del Figlio, come la rappresenta la tradizione ecclesiale, è icona della Vergine Chiesa che veglia presso la tomba del suo Sposo, in attesa di celebrarne la Risurrezione. A questa intuizione del rapporto tra Maria e la Chiesa si ispira il pio esercizio dell’Ora della Madre: mentre il corpo del Figlio riposa nel sepolcro e la sua anima è scesa negli inferi per annunciare ai suoi antenati l’imminente liberazione dalla regione dell’ombra, la Vergine, anticipando e impersonando la Chiesa, attende piena di fede la vittoria del Figlio sulla morte”.

Come si celebra?

L’Ora della Madre, da recitare la mattina del Sabato santo, segue uno schema che prevede il saluto, l’atto penitenziale, l’orazione e l’inno; poi un alternarsi di salmi, tropari, letture e responsori, seguiti dal Vangelo e da un’omelia o una lettura ecclesiale; infine preghiera conclusiva, canto e congedo. Si può porre in evidenza un’immagine della Vergine, con accanto una lampada da accendere durante la celebrazione.

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Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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