Con un comunicato congiunto, gli arcivescovi di Monreale e Palermo, rispettivamente firmati da monsignor Gualtiero Isacchi e Corrado Lorefice, ritengono opportuno precisare quanto segue:

Da più parti giungono richieste di chiarimenti circa un “Corso di preghiera del cuore” organizzato da padre Giuseppe Galliano durante i giorni del Triduo Pasquale, 28-31 marzo prossimi, presso un albergo nel territorio dell’Arcidiocesi di Monreale.
Come vescovi e pastori delle Arcidiocesi di Monreale e Palermo, riteniamo opportuno richiamare ai fedeli quanto già espresso nel nostro comunicato dell’ottobre 2022 firmato congiuntamente ai Vescovi di Milano, Novara, Roma (Cardinale Vicario) e Salerno.

Tenuto conto che

• Padre Giuseppe Galliano è stato dimesso dall’Istituto religioso (17 maggio 2022) di cui faceva parte per “ostinata disobbedienza alle legittime disposizioni impartite dai superiori in materia grave”;
• con tali dimissioni Padre Galliano, in quanto religioso chierico, secondo il can. 701 (Codice di Diritto Canonico) è incorso nelle seguenti diposizioni: “non può esercitare gli ordini sacri se prima non ha trovato un Vescovo il quale […], lo accolga o almeno gli consenta l’esercizio degli ordini sacri”;
• il religioso ora dimesso non ha trovato nessun Vescovo che lo abbia accolto.

Da quanto detto consegue che:

le azioni liturgiche compiute da Padre Galliano, anche in luoghi diversi dagli edifici di culto, avvengono in violazione delle norme canoniche e delle disposizioni della competente autorità ecclesiastica.

Per tali ragioni

con l’intenzione di adempiere al nostro dovere di Pastori e guide del Popolo santo di Dio, invitiamo tutti i fedeli ad evitare di prendere parte, a qualsiasi titolo, ai riti “alternativi” alla celebrazione della Settimana Santa, poiché mettono a repentaglio la vita spirituale dei credenti e non credenti, a motivo di una pratica liturgica e devozionale che corrompe la fede cristiana con elementi presi da forme di spiritualità incompatibili con essa.
È nostra responsabilità mettere in guardia del grave rischio di porsi al di fuori della comunione cattolica qualora si prenda parte a tali incontri.

Questa comunicazione si renda nota a tutti i fedeli delle nostre Chiese nelle forme consuete.

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