Iniziamo il ciclo del nostro “Diario Storico” dedicato agli ordini cavallereschi che hanno come missione la difesa della fede e la conduzione di una vita cristiana; lo facciamo parlando di quello che molto probabilmente è il più antico di tutti: il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Tutti quanti a scuola abbiamo studiato il grande imperatore Costantino, l’uomo delle grandi riforme dell’Impero Romano come la riorganizzazione dell’esercito, la costituzione di Costantinopoli a capitale dell’impero d’oriente e molte altre ancora. Tuttavia, Costantino è passato alla storia anche per quello che è il celebre “Editto di Milano”, quel documento che per la prima volta nella storia consentiva la libertà di culto in tutto l’impero favorendo così l’espansione del cristianesimo, dichiarato fuorilegge fino a quel momento. “Noi, dunque – si legge – Costantino Augusto e Licinio Augusto, essendoci incontrati proficuamente a Milano e avendo discusso tutti gli argomenti relativi alla pubblica utilità e sicurezza, fra le disposizioni che vedevamo utili a molte persone o da mettere in atto fra le prime, abbiamo posto queste relative al culto della divinità affinché sia consentito ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità“.

Un segno dal cielo

Il 28 ottobre del 312 d.c., si combattè la famosa “Battaglia di Ponte Milvio” (lo stesso reso celebre dai lucchetti degli innamorati). Da una parte Costantino che era l’imperatore de facto, dall’altra Massenzio il quale era un vero e proprio usurpatore che voleva a tutti i costi annientare il suo rivale e accaparrarsi tutta la parte occidentale. La notte del 27, quindi il giorno prima della battaglia, Costantino ebbe una visione nella quale vide una croce con una iscrizione che recitava così: “In hoc Signo Vinces”(con questo Segno vincerai), l’imperatore allora ordinò di adornare il labaro con ciò che aveva visto. Costantino vinse la battaglia e il labaro venne adottato definitivamente.

Da Ponte Milvio agli statuti

Quella volta a Ponte Milvio, erano circa 50 i cavalieri ad avere la croce con ilo monogramma di Cristo sul labaro e da quella vittoria iniziò la storia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Venne intitolato a quest’ultimo perchè Giorgio ha da sempre incarnato l’emblema del cavaliere perfetto e fedele al suo credo al punto tale da farsi uccidere per quest’ultimo, l’ordine assunse poi la regola di San Basilio e nel 456 fu approvato da San Leone Magno Papa. L’Ordine era finalmente vivo e funzionante, nel 1190 l’Imperatore d’Oriente Isacco II Flavio Comneno concesse all’Ordine gli Statuti ed il Gran Magistero passò di padre in figlio nella Dinastia degli Angelo Comneno fino alla sua trasmissione ai Farnese, Duchi di Parma. Nel 1705 il Duca Francesco Farnese procedette alla riforma degli Statuti dell’ Ordine, che furono approvati dalla Santa Sede nel 1706.

Dai Farnese ai Borbone delle Due Sicilie

Alla morte di Antonio Farnese, ultimo Duca di Parma, la suprema dignità dell’Ordine fu trasmessa a Carlo di Borbone, figlio della nipote Elisabetta Farnese e di Filippo V Re di Spagna. Papa Clemente XII con Bolla del 12 maggio 1738 approvò il passaggio del Gran Magistero dall’ultimo Farnese all’Infante di Spagna Principe Don Carlo di Borbone, primogenito di Elisabetta Farnese e quindi primogenito farnesiano. Altra conferma del passaggio del Gran Magistero ai Borbone fu concessa da Papa Benedetto XIV con Bolla del 30 giugno 1741. L’Ordine era dunque passato ai Borbone che lo avevano custodito, ampliato e migliorato sempre più. L’ultimo Gran Maestro prima dell’Unità d’Italia fu S.A.R. Venerabile Francesco II delle Due Sicilie e la Real Casa conservò comunque il Gran Magistero dell Ordine Costantiniano in forza della primogenitura farnesiana, ottenendo dalla Santa Sede la nomina del Cardinale Protettore e nuovi notevoli privilegi.

La missione dell’Ordine ai giorni nostri

Il SMOC è ad oggi una importantissima istituzione equestre-religiosa che opera per la Glorificazione della Croce, la Propaganda della Fede e la difesa della Santa Romana Chiesa, alla quale l’Ordine è strettamente legato per speciali benemerenze e per molteplici prove di riconoscenza e di benevolenza avute dai Sommi Pontefici. Sono infatti molte le attività caritatevoli che l’Ordine svolge in tutto il mondo soprattutto in difesa dei poveri, delle famiglie e della fasce più deboli della popolazione. E’ dovere dei Cavalieri Costantiniani di vivere da perfetti cristiani, ma è proprio di essi l’associarsi a tutte quelle manifestazioni che concorrono all’incremento dei principi religiosi e cooperare con tutti i mezzi perché si ridesti nella pratica la vita cristiana. L’Ordine guidato dall’attuale Gran Maestro S.A.R. Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie intrattiene saldi rapporti istituzionali con la Corona di Spagna che riconosce apertamente la posizione dinastica del Gran Maestro, con la Repubblica Italiana la quale qualifica l’Ordine Costantiniano di San Giorgio tra gli “Ordini non nazionali” e, pertanto, i cittadini italiani possono ottenere, con Decreto del Ministro degli Affari Esteri, l’autorizzazione a fare uso nel territorio della Repubblica delle onorificenze costantiniane concesse. Il legame profondo e saldo come la roccia è quello tra il SMOC e la Santa Sede, una storia lunga secoli, benevolenza più volte confermata nelle udienze private concesse in Vaticano.

Per approfondire la conoscenza e avere un quadro preciso del SMOC, vi consigliamo di leggere: “L’ ordine Costantiniano di San Giorgio. Storia, governo, rapporti con la Repubblica Italiana, procedure autorizzative, decorazioni, porto delle insegne”, del Prof. Alessandro Scandola edito da Zel, 18 ottobre 2021

Di Giovanni Azzara

Giornalista, laureato in Lettere e Storia, ha studiato Scienze Religiose. Appassionato di Storia della Chiesa, segue la cronaca vaticana. Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo, è vicedirettore del quotidiano Esperonews, collaboratore del Giornale di Sicilia, collabora attivamente con Radio Spazio Noi inBlu2000 e Radio Panorama.

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