Vi siete mai chiesti perché le dita di Adamo e Dio non si toccano? Beh c’è sempre una spiegazione a tutto! La Cappella Sistina, fortemente voluta da Papa Sisto IV della Rovere (dal quale prende anche il nome “Sisitina”), è uno dei più grandi tesori artistici e culturali conosciuta, apprezzata e invidiata da tutto il mondo. Il principale autore dei dipinti è Michelangelo Buonarroti ma al suo interno lavorarono artisti del calibro di Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Cosimo Rosselli, coadiuvati certamente da altri allievi.

Storie della Genesi, Sibille, Profeti, vele e passi del Vangelo sono rappresentati all’interno della cappella, tra questi però spicca sicuramente la “Creazione di Adamo”, resa celebre per le sue svariate rappresentazioni, talvolta anche goliardiche. La scena famosa è proprio il momento in cui Dio attraverso il suo soffio crea l’uomo e il dito teso di Dio sta proprio a rappresentare che Lui è lì e la decisione di stare o meno dalla sua parte dipende dall’uomo, ecco perché Adamo ha le ultime dita contratte. Ma andò così all’epoca?

In realtà Michelangelo aveva disegnato le dita che si toccavano, il Papa e i cardinali non furono d’accordo e chiesero di ritoccare quel dettaglio. In tempi recenti, durante un restauro, si sono accorti che in passato proprio nel dettaglio del “tocco delle dita” si era formata una crepa che aveva fatto perdere tre dita alle mani di Adamo. Non tutto però fu perduto, Michelangelo intanto era morto e i lavori di restauro furono affidati a Domenico Carnevali che ricostruì la falange distale del medio, parte della distale dell’anulare e la falange distale dell’indice. Carnevali si accorse che in principio le dita si toccavano, Michelangelo aveva eseguito l’opera secondo quanto richiesto dal suo committente… il Papa.

Di Giovanni Azzara

Giornalista, laureato in Lettere e Storia, ha studiato Scienze Religiose. Appassionato di Storia della Chiesa, segue la cronaca vaticana. Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo, è vicedirettore del quotidiano Esperonews, collaboratore del Giornale di Sicilia, collabora attivamente con Radio Spazio Noi inBlu2000 e Radio Panorama.

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