La vita di Teresa di Lisieux è caratterizzata da un particolare e consapevole senso di appartenenza mistica. Già in età adolescenziale, infatti, Teresa comprende (percependolo interiormente) di essere stata scelta personalmente da Dio per appartenergli indissolubilmente. Alcuni episodi di vita spirituale che la giovane carmelitana sperimenta sono a tal punto intensi da sorprendere Teresa stessa. Ella, infatti, in diverse occasioni, sostiene – progredendo nel dialogo interiore con Cristo – d’aver toccato le soglie dell’aldilà. «La Fede e la Speranza – scrive Teresa – non erano più necessarie, l’amore ci faceva trovare sulla terra Colui che cercavamo». Se i sapienti l’avessero interrogata – dirà ancora Teresa nei suoi scritti – si sarebbero stupiti nel vedere una ragazzina di quattordici anni capire i segreti della perfezione che vengono svelati a chi è povero in spirito.

Nella clausura del Carmelo, Teresa percepisce l’istinto divino a condividere la solitudine di Gesù nel Getsemani e la sua sofferenza redentrice sulla Croce. Durante una Messa domenicale, infatti, la giovane carmelitana – osservando, commossa, una immaginetta di Gesù Crocifisso scivolata dal suo messalino – viene attratta dal sangue che cade da una delle mani inchiodate del Cristo e osserverà: «Provai un grande dolore pensando che quel sangue cadeva a terra senza che nessuno si desse premura di raccoglierlo, e decisi di tenermi in spirito ai piedi della Croce per ricevere la rugiada Divina che ne sgorgava, comprendendo che avrei dovuto, in seguito, spargerla sulle anime…».Teresa comprende in modo chiaro la vocazione a personificare il mistero della Chiesa-Sposa che comincia a nascere ai piedi della Croce, come la Vergine Maria e la Maddalena, così da essere anche lei Sposa di un Dio Crocifisso.

Possiamo, dunque, ritenere la vita di Teresa di Lisieux immagine e personificazione della Chiesa-Sposa che si unisce a Cristo nel dramma della Passione. Questa particolare vocazione condurrà la giovane carmelitana verso un impegno vocazionale sempre più grande che la porterà successivamente a scegliere, come sintesi essenziale di tutte le vocazioni, l’«Amore». Ella dirà infatti: «Capii che l’Amore racchiudeva tutte le Vocazioni, che l’Amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi!… Insomma che è Eterno!… Allora, nell’eccesso della mia gioia delirante ho esclamato: O Gesù mio Amore… la mia vocazione l’ho trovata finalmente! La mia vocazione è l’Amore!» (Ms B, 3v).

Teresa dimostra in questo modo di avere avuto in vita un solo grande desiderio: appartenere fedelmente a Cristo, scegliendo l’Amore, sintesi di tutte le vocazioni, e abbracciando la Croce come itinerario di mistica perfezione, e poter essere, così, per Gesù tutta la Chiesa!

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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