Il 15 ottobre la Chiesa celebra la memoria liturgica di santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa, riformatrice, insieme a San Giovanni della Croce, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, mistica e maestra di vita spirituale, di ascesi e di preghiera. Proponiamo alcuni suoi pensieri sul rapporto che Dio stabilisce con la sua creatura, se questa glielo permette, fino a condurla alle “nozze mistiche”, cioè alla piena comunione dell’anima con il Signore che è Padre, Figlio e Spirito Santo.

“Oggi stavo supplicando il Signore di parlare in luogo mio, perché non sapevo cosa dire, né come cominciare ad obbedire al comando che mi è stato imposto, ed ecco quello che mi venne in mente. Mi servirà di fondamento a quanto dirò. Possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di un sol diamante o di un tersissimo cristallo, nel quale vi siano molte mansioni, come molte ve ne sono in cielo Del resto, sorelle, se ci pensiamo bene, che cos’è l’anima del giusto se non un paradiso, dove il Signore dice di prendere le sue delizie? E allora come sarà la stanza in cui si diletta un Re così potente, così saggio, così puro, così pieno di ricchezze? No, non vi è nulla che possa paragonarsi alla grande bellezza di un’anima e alla sua immensa capacità! Il nostro intelletto, per acuto che sia, non arriverà mai a comprenderla, come non potrà mai comprendere Iddio, alla cui immagine e somiglianza noi siamo stati creati. Se ciò è vero – e non se ne può dubitare – è inutile che ci stanchiamo nel voler comprendere la bellezza del castello. Tuttavia, per avere un’idea della sua eccellenza e dignità, basta pensare che Dio dice di averlo fatto a sua immagine, benché tra il castello e Dio vi sia sempre la differenza di Creatore e creatura, essendo anche l’anima una creatura. […] Come ho detto, questo castello risulta di molte stanze, alcune poste in alto, altre in basso ed altre ai lati. A1 centro, in mezzo a tutte, vi è la stanza principale, quella dove si svolgono le cose di grande segretezza tra Dio e l’anima. […] Per quanto io ne capisca, la porta per entrare in questo castello è l’orazione e la meditazione”.

Concludiamo questa lettura meditativa col dire cos’è la preghiera per la nostra Teresa: “Posso dire soltanto quello che so per esperienza: cioè, che chi ha già cominciato a fare orazione non pensi mai più di tralasciarla, malgrado i peccati in cui gli avvenga di cadere. Con l’orazione potrà presto rialzarsi, ma senza di essa sarà molto difficile. Non si faccia tentare dal demonio a lasciarla per umiltà, e si persuada che la parola di Dio non può mancare. Quanto a coloro che non hanno ancora cominciato, io li scongiuro per amore di Dio di non privarsi di un tanto bene. Qui non c’è nulla da temere, ma tutto da desiderare. L’orazione mentale non è altro, per me, che un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo di essere amati”.

Di Maria Catena

Docente di Liturgia, scrive per Theofilos, la rivista della Scuola Teologica di Base “San Luca Evangelista” dell’Arcidiocesi di Palermo.

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