Lo “scultore di Dio” GIROLAMO BAGNASCO è colui che ha dato forma e bellezza a colei che nell’antico quartiere del Seracaldio (il “Capo”) è riconosciuta e salutata come LA REGINA DEL CAPO /Una scultura in legno che rappresenta la Madre di Dio, con il titolo di MADONNA DELLA MERCEDE /L’antico culto nato nel 1218 in seguito alla prodigiosa apparizione a S. Pietro Nolasco, diede l’avvio alla fondazione dell’Ordine dei Mercedari, sotto l’egida di Giacomo I d’Aragona con lo scopo di liberare il cattolicesimo dalla oppressione turca/

L’Ordine giungerà a Palermo nel 1463 ospitato presso la antica Chiesa di Santa Anna /Pare che già da antica memoria vi erano dei simulacri in cera rivestiti di stoffa e in marmo che riproducevano le sembianze della Vergine della Mercede /Con il successivo progresso l’Ordine istituirà il primo grande convento proprio a Palermo /Nasce così l’esigenza di realizzare una statua di grande valore dedicata alla Madonna/ l’incarico nel 1813 verrà affidato dal Priore del Convento Padre Luigi Mannino e del superiore della confraternita Francesco Cangemi allo scultore torinese GIROLAMO BAGNASCO (1759 -1832) caposcuola di una famiglia di autentici artisti e maestri del legno /Costui aveva già realizzato una immagine della Vergine della Mercede per un ramo collaterale dell’Ordine /Ma con l’incarico gli venne fatta espressa preghiera di realizzarla ancora più bella, più bella che mai /

Nel 1814 veniva rinnovata la antica confraternita con il titolo “della Madonna della Mercede al Capo” che le conferirà nel 1856 il patronato su tutto il Monte di Pietà /Mentre nel 1882 nascerà con la superiora Orsola Di Blasi il ramo femminile della confraternita /Nel 1913 la confraternita celebrava in maniera sontuosa con il Cardinale Luadi il centenario del simulacro della Vergine per solennizzare il suo ingresso in Basilica /Infine nel 1997 si procedeva al restauro scientifico dell’opera a cura del prof Gaetano Correnti (un autentico esperto in materia) /Restauro che senza alterare la vecchia consistenza del manufatto ne ripristinava l’ antico splendore riportandolo alla condizione originaria esaltandone il primitivo cromatismo /Bella è L’opera di squisita qualità, realizzata in legno di cipresso/La figura alta e maestosa (206 centimetri) si erge su un globo a forma di nuvola dal quale spuntano i cherubini /La Vergine sostiene con il braccio sinistro il Santo Bambino, mentre con la destra regge il giglio simbolo della sua purezza dalla cui mano pende lo “scapolare” trapunto con l’ideogramma del nome di Maria e la simbologia araldica degli Aragona /La veste, una tunica a doppia falda, è di un bianco smagliante che richiama la veste o tunica dei confrati /La gamba e il ginocchio traducono il passo di chi sta per avanzare solennemente verso il suo popolo /tutto ciò dona alla figura una posa di straordinaria eleganza /Le preziose corone della Madonna e del bambino segno della loro regalità vennero realizzate nel 1885 per conto della ditta Spadafora (se ne rese interprete il confrate Cav. Falla che istituì una questua attingendo i proventi presso le case dei nobili patrizi Mazzarino e S. Elia) /Ma ciò che in quest’opera di sacrale bellezza affascina , è il volto sfolgorante della Vergine, trasfigurato e soave /

Si direbbe che le due nature la umana e la divina , nonché la regalità e la umiltà convivano in un insieme di insolita, paradisiaca bellezza /Davvero la più bella o tra le più mirabili create dal BAGNASCO /Ecco perché la grande fede di coloro che devoti ancora oggi rivolgono suppliche alla Madonna della Mercede ogni anno attendono con trepidazione la sua memoria da sempre celebrata con solennità l’ultima domenica di settembre /Pare quasi un miracolo quando il pesante fercolo in bilico sui gradini della Chiesa (con estrema difficoltà e pericolosità) avanza verso il suo popolo /E allora in pianto e commozione tutti esclamano con gioia di cuore “A REGINA DU CAPU È, A MADONNA MICCE’ ” /Festa che in conseguenza del Covid, da due anni si svolge senza processione in una forma strettamente religiosa /

Di Rosario De Santis

Accompagnatore e animatore culturale.

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