Un governatore e politico d’altri tempi! Più unico che raro, Ernico, figlio del duca di Baviera e nipote del fondatore del sacro romano impero germanico, nasce nel 973 sulle rive del Danubio. Da fanciullo viene affidato dalla madre alle cure dei canonici di Hildesheim e poi del vescovo di Ratisbona, San Wolfgang, entrambi furono ottimi educatori che incisero positivamente nella formazione intellettuale e cristiana del fanciullo prima e del giovane dopo. La sua era una famiglia animata dal fervore della fede, il fratello Bruno divenne vescovo di Augsburg (Augusta), una sorella si fece monaca e l’altra sposò un futuro santo, il re d’Ungheria Stefano.

Enrico, alla morte del padre divenne duca di Baviera, nel 1002 re di Germania e due anni dopo anche d’Italia. Fu un uomo con una personalità decisa, devoto, cultore della vita di preghiera, grande santo che amò il suo popolo, ma anche la sua Chiesa corrotta al tempo di simonia, lottò per la difesa dell’integrità del clero e si schierò contro il concubinato dei sacerdoti ridando centralità al celibato.

Enrico II pregava molto ed era animato da un grande fervore religioso. Fu anche uno sposo fedele a sua moglie, Santa Cunegonda e nonostante non ebbero figli e al tempo era permesso che il sovrano ripudiasse la moglie per avere una discendenza, lui si rifiutò, restando fedele al Sacramento del Matrimonio.

Un uomo, un re, un marito davvero lodevole, molto attento ai poveri e ai deboli, attuò, diremmo oggi, una politica inclusiva che guardava agli interessi anche degli ultimi. Fece di tutto perché il suo regno di Germania progredisse anche a livello spirituale, dedito difensore della pace e della giustizia morì il 13 luglio del 1024, fu canonizzato dal Papa Eugenio III nel 1146.

Di Maria Catena

Docente di Liturgia, scrive per Theofilos, la rivista della Scuola Teologica di Base “San Luca Evangelista” dell’Arcidiocesi di Palermo.

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