Il fondatore della assistenza infermieristica. Ottenne da papa Sisto V, nel giugno del 1586, di poter portare cucita nell’abito religioso la croce rossa che contraddistingue i religiosi camilliani, “Ministri degli infermi”, sparsi in tutto il mondo. La storia di Camillo de Lellis inizia a Bucchianico, in provincia di Chieti, il 25 maggio del 1550. All’età di tredici anni, con un carattere ribelle, seguì il padre da un presidio militare all’altro, diventando soldato di ventura, dedito al gioco e a frequenti intemperanze.

Tuttavia, nel 1575, in viaggio verso il convento di San Giovanni Rotondo, un frate si avvicinò al giovane Camillo per dirgli: «Dio è tutto. Il resto è nulla. Bisogna salvare l’anima che non muore…». Da quel momento inizia il processo di conversione; Camillo vorrebbe diventare cappuccino, ma a causa di una piaga nella gamba viene ricoverato nell’ospedale romano di San Giacomo, dove matura l’idea di dare vita alla Compagnia dei Ministri degli infermi che avrebbe rispettato quattro principali voti: obbedienza, povertà, castità, servizio ai malati. Papa Sisto approva questo nuovo ordine, concedendo il permesso di portare l’abito nero come i Chierici Regolari, ma con il privilegio di una croce di panno rosso sul petto, per tre ragioni, come spiega nel 1620 padre Sanzio Cicatelli, primo biografo del Santo: «La prima, per far distinzione dall’abito della Compagnia di Gesù. La seconda, per far conoscere al mondo che tutti noi segnati di questo impronto di Croce siamo come schiavi venduti e dedicati per servigio de’ poveri infermi. E la terza, per dimostrare che questa è religione di croce, cioè di morte, di patimenti e di fatica, acciò quelli che vorranno seguitar il nostro modo di vita, si presuppongano di venir ad abbracciare la Croce, di abnegar se stessi e di seguitar Gesù Cristo fino alla morte».

Camillo de Lellis è considerato il fondatore della assistenza infermieristica, e, secondo la sua intuizione, chi assiste il malato deve prendersi cura del corpo e dello spirito, diversamente da quanto invece accadeva a quei tempi, dove l’ammalato viveva in stato di abbandono.Camillo de Lellis morì il 14 luglio 1614; venne beatificato nel 1742 e proclamato santo quattro anni dopo da Papa Benedetto XIV. Leone XIII lo dichiarò, nel 1886, patrono degli infermi e degli ospedali, Pio XI lo proclamò patrono degli infermieri nel 1930 e Paolo VI, qualche decennio più tardi, protettore particolare della sanità militare italiana.

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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