Dopo il tempo pasquale, culminato nella festa di Pentecoste con la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e la Vergine Maria radunati nella “stanza al piano superiore”; la liturgia, in sequenza temporale, fa vivere ai credenti tre solennità del Signore molto significative: 1) la Santissima Trinità; 2) giovedì prossimo, quella del Corpus Domini; e infine, 3) il venerdì successivo, la festa del Sacro Cuore di Gesù, giorno in cui si prega in modo particolare per la santificazione dei sacerdoti. Ciascuna di queste ricorrenze liturgiche evidenzia una prospettiva dalla quale si abbraccia l’intero mistero della fede cristiana: e cioè rispettivamente la realtà del Dio Uno e Trino; il Sacramento dell’Eucaristia e il centro divino-umano della Persona di Cristo. Sono aspetti dell’unico mistero della salvezza, che in un certo senso riassumono tutto l’itinerario della rivelazione di Gesù, dall’incarnazione alla passione, morte e risurrezione fino all’ascensione e al dono dello Spirito Santo.

Il Maestro, ci ha rivelato che Dio è Amore “non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza” (Prefazio): è Creatore e Padre misericordioso; è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto; è finalmente Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la piena ricapitolazione finale in Cristo. Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo Amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine fortificata, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che costantemente si dona e si comunica e dove i redenti vivono “nell’incessante flusso dell’amore”.

Lo possiamo in qualche misura intuire osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari. In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso come in un sigillo, il “nome” della Santissima Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere in relazione, e così traspare il Dio-relazione, traspare l’Amore creatore. Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con “steep” diversi di consapevolezza e di libertà. Dio si comunica nella creazione, che oggi con urgenza dobbiamo “salvaguardare”, affinchè possa ritornare all’armonia originaria voluta dall’amore del Creatore per il bene e la realizzazione dell’uomo. Il peccato, i vizi, le discordie, le oppressioni, e le ideologie,“contaminano e distruggono” il creato, e invece di renderlo immagine del Signore, come racconta il libro della Genesi – dove Dio all’inizio (בראשית) e per amore, ha voluto affidare l’opera delle sue mani all’uomo -; diventa epicentro di conflitti, di guerre, di distruzione, di violenza e di odio; luogo dove le risorse naturali non sono divise equamente per tutti i popoli e i poveri soffrono a causa della scarsità di cibo e di acqua, di giustizia e di verità. Ciò causa le divisioni sociali, i conflitti, le prepotenze dei più forti che invece di rifarsi all’immagine del Dio Trinità, per portare nel mondo la pace, si trasformano in sicari “dell’armonia divina” che al contrario dei loro progetti, dona l’equità sociale, la  riconciliazione e la concordia.

Ecco perché nonostante le debolezze umane e le mancanze commesse; i discepoli – come narra la pericope evangelica di oggi -; vanno “all’appuntamento” con Gesù sul monte di Galilea. Sono andati, consapevoli di aver  conosciuto il tradimento, l’abbandono, la sorte tragica di Giuda e il pianto di Pietro. In fin dei conti avevano la certezza di essere peccatori, ma di avere fede “meno di un granellino di senapa”, che nonostante tutto continuano a dubitare, ma “quando lo videro si prostrarono”. Però, Gesù, invece di risentirsi o di chiudersi nella delusione, “…si avvicinò e disse loro…”. Neppure il dubbio più irrazionale e irragionevole, è in grado di fermarlo. Cristo non è mai stanco di tenerezza, di vicinanza, di incontro. È il nostro Dio “in uscita”, pellegrino eterno in cerca del “santuario non fatto da mani d’uomo” che sono le sue creature. Che fino all’ultimo non molla nessuno. Il suo insegnamento vincente è “stare con”; la dolcezza del farsi vicino, e non allontanarsi mai più: “ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Gesù, affida ai discepoli il Vangelo, la bella notizia, per farla dilagare in ogni anglolo del mondo come acqua fresca in ruscelli splendenti, a dissetare ogni essere vivente; a portare speranza a ogni vita che langue.  La vita di Dio non è più estranea né alla fragilità della carne, né alla sua forza; non è avulsa né al dolore né alla felicità, ma diventa “storia condivisa”, racconto di fragilità e di forza affidato non alle migliori intelligenze del tempo ma a undici pescatori che si sentono “piccoli ma invasi e abbracciati dal mistero”. Gesù conclude dicendo di rimanere con ”noi”, fino alla fine, senza condizioni. Nei giorni della fede e in quelli del dubbio, il Risorto, non ci abbandona, fino alla fine dei secoli, senza vincoli né clausole, come seme che cresce, come inizio di speranza, di pace e di riconciliazione.

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Di Don Salvatore Lazzara

Don Salvatore Lazzara (1972). Presbitero dell’Arcidiocesi di Palermo, ordinato Sacerdote dal cardinale Salvatore De Giorgi il 28 giugno 1999. Ha svolto per 24 anni il suo ministero presso l’Ordinariato Militare in Italia, dove ha avuto la gioia di incontrare e conoscere tanti giovani. Ha partecipato a diverse missioni internazionali dapprima in Bosnia ed in seguito in Libano, Siria e Iraq. Ha concluso il servizio presso l’Ordinariato Militare presso la NATO-SHAPE (Bruxelles). Appassionato di giornalismo, dapprima è stato redattore del sito “Papaboys”, e poi direttore del portale “Da Porta Sant’Anna”. Ha collaborato con il quotidiano “Roma” di Napoli, scrivendo e commentando diversi eventi di attualità, politica sociale ed ecclesiale. Inoltre, ha collaborato con la rivista di geopolitica e studi internazionali on-line “Spondasud”; con la rivista ecclesiale della Conferenza Episcopale Italiana “A sua immagine”, con il quotidiano di informazione on-line farodiroma, vatican.va e vatican insider. Nel panorama internazionale si occupa della questione siriana e del Medio Oriente. Ha rivolto la sua attenzione al tema della “cristianofobia” e ai cristiani perseguitati nel mondo, nella prospettiva del dialogo ecumenico ed interreligioso con particolare attenzione agli ebrei ed ai musulmani. Conosce l’Inglese, lo Spagnolo, l’Ebraico e l’Arabo.

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