La vita degli uomini è un percorso che vive spesso d’incertezza, di stanchezza e di paura. Eppure la certezza dei battezzati diviene sempre consapevolezza che nulla può soffocare la presenza buona di Dio nella storia e la forza del suo Spirito che continua, anche silenziosamente, a suscitare carità, coraggio, testimonianza. Il tempo della Quaresima è il tempo favorevole, per riscoprire tutto questo. In tutta la sua pregnanza ed essenzialità il tempo quaresimale grida alle comunità cristiane, attraverso la Parola di Dio, che la nostra vita senza la bellezza è poca cosa. Mentre l’esperienza del buio, dell’oscurità, del peccato e della morte attentano alla nostra vita.

«Tempo favorevole» per lasciarci afferrare da Cristo

La Quaresima diviene allora il «tempo favorevole» per lasciarci afferrare da Cristo, il Crocifisso Risorto che ci prende per mano, ci strappa al peccato e alla morte e ci riconsegna alla Vita. Questo tempo liturgico è momento di misericordia e di luce per tornare all’origine, all’incontro con la bellezza: Gesù il Cristo, Signore e redentore della vita degli uomini. La quaresima ci lascia guardare all’evento fondante della nostra fede dove affondano le radici della speranza cristiana: il nostro battesimo per ri-vivere il passaggio dalla morte alla vita nuova. Chi crede in questo annuncio respinge la menzogna secondo cui la nostra vita sarebbe originata da noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di Dio Padre, dalla sua volontà di dare la vita in abbondanza (cf. Gv 10,10).

Potremmo dunque dire che la Quaresima è un invito a tutti i battezzanti a rifarsi cristiani, in un certo senso è un percorso all’indietro, o se si vuole in profondità fino a ciò che è essenziale. Tempo di penitenza e di digiuno, tempo di conversione e di ascolto per una significativa riscoperta della propria identità cristiana. Questo tempo liturgico precede il tempo di Pasqua e prepara la Pasqua nel cuore dei credenti (cf. Prefazio Quaresima I). Già dal sec. IV si è affermata nella Chiesa l’idea di sviluppare in questo tempo la consapevolezza della grande importanza che riveste per i cristiani l’evento determinante e decisivo da cui ha avuto origine e su cui si fonda la fede cristiana.

L’antica prassi liturgica romana

L’antica prassi liturgica romana prevedeva che nel giorno delle Ceneri i penitenti indossassero l’abito penitenziale e fossero cosparsi di cenere nel capo; il rito dalla fine dell’XI secolo fu esteso a tutti i fedeli. La liturgia odierna inserisce il segno delle ceneri nel contesto esistenziale del digiuno e in quello rituale della celebrazione, dove l’ascolto della Parola e il nutrimento dell’Eucaristia suggellano l’inizio del cammino comunitario e personale di conversione pasquale. La Sacrosanctum Concilium, al n. 109, dichiara che l’itinerario quaresimale ha un duplice carattere: battesimale e penitenziale. I due aspetti, battesimale e penitenziale, sono strettamente congiunti: il catecumeno si prepara a ricevere il battesimo attraverso un itinerario catecumenale mentre il battezzato intende rinnovare la grazia battesimale, offuscata dal peccato, grazie all’itinerario penitenziale.

Nell’intenzione della riforma liturgica, in coerenza con la tradizione ecclesiale, la quaresima costituisce un autentico catecumenato della Chiesa, segnato dalla conversione e quindi dalla riscoperta del battesimo (sia nella memoria, per chi lo ha già ricevuto, sia nella preparazione, per chi dovrà riceverlo) come fonte dell’autentica vocazione cristiana. La parola d’ordine che caratterizza il tempo di quaresima è «penitenza» da intendersi come «impegno». Non è tempo “che toglie”, ma che “aggiunge”! Il progresso spirituale non è nella rinuncia, ma nel fare scelte che riescono davvero a cambiare in meglio la vita perdendo un po’ delle nostre illusioni scommettendo che quello che trovi vale molto di più di quello che decidiamo di perdere! Tutto questo si attua in questo periodo con una proposta densa e quotidiana di conversione, fondato sull’ascolto della Parola di Dio, guidati dallo Spirito Santo che guida come luce gentile nella notte le nostre comunità e che offre a tutti percorsi nuovi.

Le cinque Domeniche

Vivere la Quaresima come momento favorevole significa allora anzitutto contemplare la vita di Cristo, armarsi della sua Parola per contrastare le suggestioni del male, nutrirsi dei Sacramenti per non incombere in una sorta di anoressia spirituale col rischio di far scadere la vita di fede in una mera abitudine cristallizzata e arida. Il lezionario nel tempo di Quaresima si propone come una mistagogia che si sviluppa domenica dopo domenica per i vangeli e le prime letture. Le cinque Domeniche ripropongono le corrispondenti tematiche del ciclo A (1a e 2a) ma nella redazione di Marco e alcuni episodi del ministero di Gesù con chiaro riferimento alla sua “ora” (3a 4a 5a) tratti da Giovanni. Dalla terza alla quinta domenica, la liturgia della Parola ci sollecita a porre lo sguardo sul significato dell’ offerta che Gesù ha fatto di se e della conversione, che non è un diventare buoni, ma convertirsi al progetto di Dio prendendo la nostra croce proprio come nella Colletta preghiamo: «…donaci la sapienza della croce, perché, liberati dal peccato che ci chiude nel nostro egoismo, ci apriamo al dono dello Spirito per diventare tempio vivo del tuo amore». Le comunità cristiane non smettano allora di invocare lo Spirito Santo perché il dono della fede che abbiamo ricevuto sia in noi principio inesauribile di una testimonianza di vita evangelica, capace di attrarre anche chi non crede, chi è indifferente, chi si è allontanato dalle nostre comunità cristiane. Che questa conversione sia effettiva e il nostro cuore si sciolga nella gioia del perdono ritrovato e dica con Pietro “Signore, tu sai tutto, tu sai che io ti voglio bene” (Gv 21, 17)

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Di Giuseppe Costa

Laico dell'Arcidiocesi di Palermo, ha conseguito gli studi teologici presso la Pontificia Facoltà teologica di Sicilia «San Giovanni evangelista», la licenza in Liturgia pastorale presso l'Istituto di liturgia pastorale «Santa Giustina» di Padova. È componente del ufficio liturgico dell’Arcidiocesi di Palermo e docente invitato di Liturgia presso la scuola di teologia di Base «San Luca evangelista» di Palermo. Per la Tau editrice ha pubblicato: Nella tentazione: indurre o abbandonare? Riflessioni sulla nuova traduzione italiana del Padre Nostro (Todi 2020). Una comunità dal Rito (Todi 2023). Si occupa ormai da tempo di formazione biblico-liturgica per i laici.

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