In un comunicato stampa congiunto, la Conferenza Episcopale Siciliana (CESi) e la Commissione antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) hanno reso noto l’accordo siglato in questi giorni nella sala Rossa del Palazzo Reale, tra monsignor Antonino Raspanti, presidente della CESi, e il dottor Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia all’Ars.

Un accordo – si legge nel comunicato – pensato per creare gli anticorpi necessari alla società civile per opporsi alla cultura della violenza e della sopraffazione, 30 anni dopo quel discorso epocale di papa Wojtyla fatto il 9 maggio del 1993 alla Valle dei Templi di Agrigento contro i mafiosi e la loro cultura della morte.

Tra le iniziative previste dal protocollo, la creazione di un osservatorio composto da 10 esperti, 5 nominati dalla Conferenza episcopale siciliana e 5 dalla commissione regionale Antimafia con il compito di creare collaborazioni stabili tra le realtà territoriali e le istituzioni per contrastare e prevenire ogni forma di condizionamento mafioso e dare sostegno alle fasce più deboli della società civile.

«Sconfiggere un fenomeno radicato come la mafia esige che le forze in campo collaborino tra loro e facciano rete per creare fermento culturale – ha detto monsignor Raspanti – è un problema di mentalità che richiede una ferma presa di posizione da parte di tutti, per questo abbiamo lavorato per una collaborazione che sia sistemica e non episodica con la commissione regionale Antimafia».

Il presidente Cracolici la definisce «una Caritas della legalità che servirà a rendere sistemico l’impegno per antimafia e a organizzare meglio il sistema di contrasto all’indifferenza, che è il primo esercito della cultura mafiosa. Dobbiamo – precisa Cracolici – realizzare delle reti di partecipazione e conoscenza per creare una cultura della solidarietà operativa in tutta la Sicilia e in grado di marginalizzare la reputazione dei mafiosi, devono sentirsi degli estranei nelle nostre comunità».

La composizione dell’osservatorio – si precisa nel comunicato – potrà essere integrata da rappresentanti delle forze dell’ordine o di altre realtà socio-economiche che hanno tra i propri scopi la diffusione della legalità, e sarà in funzione per tutta la durata della XVIII legislatura dell’Assemblea regionale siciliana.

«La partecipazione all’Osservatorio – viene precisato nel testo dell’accordo – è a titolo gratuito e non dà diritto ad alcun rimborso spese». Tra i compiti previsti, quello di favorire progetti a sostegno di minori e famiglie e a supporto di quelle fasce di popolazione che più rischiano l’emarginazione sociale.

La Cesi, dal canto suo, inaugurerà due nuovi centri di aggregazione per ogni diocesi, a sostegno della solidarietà e dell’antimafia sociale.

Tutte le attività previste dall’osservatorio, inoltre, verranno rese note e divulgate con un evento.

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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