«Camminava lungo le nostre strade – e continuerà ancora a farlo – per donarci la certezza del tuo sorriso, della tua accoglienza, della tua giustizia, della tua preferenza per i poveri». Lo ha detto l’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, durante le esequie, nella cattedrale di Palermo, gremita da una folla di gente che ha voluto far sentire il suo calore, la sua presenza, il suo ultimo saluto al missionario Biagio Conte, morto giovedì scorso, testimone credibile di un Vangelo che ha saputo incarnare.

Parole, quelle di don Corrado, che risuonano come una certezza: Fratel Biagio è con noi, nella sua città di Palermo che ha tanto amato, pur nelle sue contraddizioni. Continuerà a camminare nelle strade che lui amava, continuerà a sorridere ad amare, a posare il suo sguardo empatico nel volto degli ultimi, continuerà a portare frutto.

A celebrare l’Eucaristia, tra migliaia di fedeli, nelle prime file sono presenti i genitori di Fratel Biagio, la mamma Maria e il papà Giuseppe, hanno gli occhi lucidi, pieni di lacrime. Nella compostezza del loro dolore, prima del’inizio della celebrazione, baciano la cassa di legno, con sopra il Vangelo di Matteo. Un dolore, il loro, mitigato dalla certezza di chi sa di avere donato il loro figlio prezioso a Dio già da tempo.

Ci sono i fratelli, le sorelle, quattro splendide nipoti che commosse leggono una lettera, e tra le lacrime ci raccontano di uno zio Biagio dolce, premuroso, con uno sguardo sempre attento ai giovani e alle loro problematiche.

Ci sono le autorità civili, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il presidente della Regione Sicilia Vito Schifani, le autorità militari. C’è anche l’Imam di Palermo, lo sceicco Badri Al Madani, l’ex sindaco Leoluca Orlando, presente anche durante la processione del lunedì sera.

Tanti i presbiteri della chiesa palermitana presenti, ci sono le suore che hanno accudito Fratel Biagio, con amore e umiltà. I volontari dell’Ordine di Malta che, attraverso un eccellente servizio d’ordine, hanno permesso che tutto si svolgesse nella compostezza e nel decoro. Sono presenti naturalmente, i volontari e le volontarie della Missione, che continueranno a dare speranza e ad amare chiunque varcherà le porte delle missioni. E non in ultimo c’è il ricordo di Don Pino Vitrano, da 31 anni a fianco di Fratel Biagio nelle sue missioni, nelle sue lotte, digiuni e preghiere. Ringrazia la città di Palermo per l’affetto e la vicinanza manifestata. Le forze armate, la Croce Rossa e la Protezione Civile per il servizio offerto in questi giorni. Ringrazia il Priore e i medici dell’ospedale Buccheri la Ferla, per la professionalità e le cure amorevoli.

Il suo è un ricordo di un Fratel Biagio instancabile, sempre in cammino per le strade di Palermo, dell’Italia, dell’Africa e dell’Europa.

Ci ha rammentato la sua spiritualità, che andava oltre i limiti umani, oltre la malattia. Per Fratel Biagio in ogni persona c’era il più amato tra i fratelli e le sorelle. Gesti estremi i suoi, dormire a terra tra i cartoni, anche nelle case da lui fondate. Ma la verità è che non puoi chiamare fratello qualcuno se non hai condiviso la sua sofferenza, se non te ne sei fatto carico. Per questo la sua accoglienza era senza giudizio, senza conoscere la storia, solo condivisione la sua, di cibo e di un pezzo di strada con chiunque ne avesse bisogno. Ci ha insegnato ad incontrare Dio nei fratelli e nelle sorelle, non soltanto nelle chiese, un testimone di accoglienza, con un amore sconfinato.

Grande emozione, lacrime ed applausi per i messaggi di cordoglio, letti al termine della celebrazione. Quello di Papa Francesco addolorato e commosso, che partecipa ed esprime il suo cordoglio per la perdita del missionario Biagio Conte che instancabilmente si è adoperato per gli ultimi con coraggiosa  testimonianza. Del Cardinale Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ricorda Fratel Biagio come un dono grande ma anche come una provocazione: «La vera felicità c’è la dà l amore e il tempo speso per il prossimo. Grazie Chiesa e Terra di Sicilia per questo dono». Vi è anche il saluto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che con profondo dolore partecipa al cordoglio e ricorda l’esempio di Fratel Biagio.

Adesso tocca a tutti noi essere testimoni credibili dei suoi carismi, a seguire il suo cammino di santità che lui ci ha indicato.  E come ha detto don Corrado, senza nascondere la sua commozione, «Sarà questo, o Padre, il vero sinodo, il sinodo di una Chiesa nuova, di una Palermo nuova che non finiamo di sperare, ma per la quale dobbiamo continuare a lottare, con l’intemerata spudoratezza dei tuoi “santi folli”, dei tuoi giullari, la stessa temerarietà, la stessa follia di Biagio che da oggi è nelle tue mani e che pure tu ci lasci accanto come seme del Regno a Palermo e nel mondo».  

Fratel Biagio è seppellito nella chiesa della Missione di Speranza e Carità di via Decollati, la “Casa di preghiera per tutti i popoli”. Il sindaco Lagalla ha detto che a pochi passi dalla missione, verrà intitolata una strada a Biagio Conte: «Un primo gesto affinché resti sempre vivo il suo ricordo».

Adesso tocca a noi farci “santi subito”.

Che il tuo sorriso, sommesso e splendente, chiaro e profondo, intimo e aperto, ci accompagni sempre!

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Di Adele Di Trapani

Giornalista, collabora con “Radio Spazio Noi”, l’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo. Docente di Teologia Morale, fa parte anche dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

Un pensiero su “<strong>Funerali di Biagio Conte: Santi Subito. Adesso tocca a noi!</strong>”
  1. Io purtroppo ho il rammarico di non aver conosciuto personalmente quest’uomo che come San Francesco ha lasciato tutto quello che aveva per seguire la chiamata del Signore. Ho apprezzato sempre la sua dedizione e i suoi sacrifici per stare accanto agli ultimi. Sicuramente il Buon Dio l’avrà accolto fra le sue braccia. A noi non resta che pregare che la Missione Speranza e Carità continui ad operare con lo stesso spirito del suo fondatore . Fratel Biagio prega per noi .

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