Oggi presso la Cattedrale di Palermo si è svolto il rito esequiale di Fratel Biagio Conte; un rito pieno di commozione e di semplicità dove abbiamo visto una bara in cui posava l’Evangelario (aperto) con il passo di Matteo 25,35-44 che sintetizza tutta la sua vita in quanto cita espressamente le testuali parole «avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero forestiero e mi avete ospitato».

Toccante è stata l’omelia dell’Arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, che, con visibili sentimenti di commozione, ha ricordato e sintetizzato tutta la vita di Fratel Biagio affermando che la sua vita è stata incentrata sull’ascolto del Vangelo che ha fatto sì che egli lasciò tutti i suoi averi a favore dei poveri, rispondendo sì; vivendo la sua esistenza su di un motto ben preciso “mio Dio e mio tutto”, stesso motto – cita Lorefice – che risuonava sulle labbra del serafico Francesco di Assisi. La forza del Vangelo ha fatto sì che si generasse una sorgente di vita nuova che è la sua testimonianza nutrita dalla Parola di Dio. Fratel Biagio – continua l’Arcivescovo – faceva suo un versetto del Salmo 15 “il Signore è mia parte di eredità e mio calice; nelle tue mani è la mia vita.” «L’unica eredità di cui Fratel Biagio si è appropriato è stata il dolore e la povertà dei fratelli… l’eredità che ci lascia è la ricchezza del suo esempio che riscalda il cuore». Il suo esempio e la sua eredità hanno fatto e faranno sempre più sperimentare la presenza di Cristo nella città degli uomini. E ancora toccanti sono le parole dell’Arcivescovo che ha sottolineato la capacità di Fratel Biagio di prendere sul serio – come cristiano laico – il Vangelo riuscendo a cambiare il volto della città; uno dono grande ma accompagnato da un compito grande, che è quello di far percepire Dio e la sua presenza nella nostra Città.

Al termine della Messa è stato dato spazio alla lettura dei messaggi provenienti da Papa Francesco, il cardinale Zuppi (Presidente della CEI), il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le nipoti di Biagio Conte e Don Pino Vitrano, suo amato e fedele collaboratore. «Noi giovani – hanno detto le nipoti di Fratel Biagio – cerchiamo risposte per un futuro che ci appare inesistente in una società che non si prende cura. Lo zio Biagio ci diceva: «state attenti alla droga e all’alcol perché voi siete la speranza».

Foto: Giornale di Sicilia

Di Catalin Dioguardi

Dottore in Giurisprudenza. Tutor presso la Lumsa Università, catechista e volontario in diverse associazioni.

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