Anche questo Natale è passato e per qualcuno, probabilmente, non è mai arrivato. Nella propria follia consumistica, la nostra società ha costruito un Natale tanto alternativo da prescindere dal suo fondamento, dalla sua stessa causa: Gesù.

Abbiamo festeggiato il Natale dei regali, quello della tavola e quello dei viaggi. Per molti Natale è stato un’occasione per organizzare pranzi e cene con le proprie famiglie e, in qualche caso, i momenti conviviali hanno perfino innescato rese dei conti rimandate nei giorni feriali. Per altri è stato un momento di sano stacco dalle fatiche di tutti i giorni, dimenticando comunque il motivo stesso del riposo: Gesù.

Anche nell’intrattenimento televisivo, che ben rispecchia questo nostro tempo assai distratto, la rete ammiraglia della televisione pubblica ha preferito mandare in onda in prima serata un programma culturale dedicato alla città di Milano. Un prodotto televisivo di alto spessore, ma che nulla ha a che vedere con il senso del Natale, con il suo vero significato. Sono lontani i tempi in cui, la sera di Natale, la tv di Stato mandava in onda un film dedicato alla fede, alla nascita e alla vita di Gesù. Nel tempo del politicamente corretto, forse, è stata operata una scelta di neutralità religiosa o, ancora peggio, si è voluto annacquare l’evento che ha cambiato la storia dell’uomo, l’incarnazione di Cristo, spacciandolo per un fatto culturale, capace di includere tutto, compreso un approfondimento dedicato alla storia e all’arte di una città. Il protagonista della festa, insomma, è stato sfrattato.

E allora cerchiamolo nuovamente il vero Natale, nella follia d’amore di un Dio che si fa carne per salvare l’uomo e che, per farlo, sceglie di assumere la fragilità di un bambino. Un bimbo in fasce, nato in un villaggio sperduto della Palestina, che mostra la propria piccolezza a quanti lo cercano con cuore sincero. Un Dio, il nostro, che si fa bisognoso di tutto perché nessuno possa averne paura e perché ciascuno possa riconoscervi le proprie fragilità, quelle sulle quali il consumismo ha costruito il proprio dominio.

Cerchiamolo, dunque, il Dio bambino, mettiamoci sulle tracce della grotta di Betlemme con la semplicità dei pastori e con la purezza dei piccoli. E per iniziare, magari, chiamiamo con il suo vero nome ciò che festeggiamo, ricordando che il Natale o è di Gesù oppure non è Natale. Allora, buon Natale di Gesù a tutti!

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Di Luca Insalaco

Luca Insalaco, Giornalista freelance, avvocato, mediatore civile e commerciale professionista. Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo, referente gruppo di lavoro Ucsi nazionale cultura, direttore responsabile de “Il Sicomoro” (pubblicazione della parrocchia Spirito Santo di Palermo).

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