La statua medievale del Gesù Cristo di Leopoli è stata rimossa dalla cattedrale armena e con tutte le precauzioni è stato trasportato e protetto all’interno di un bunker al riparo dagli orrori della guerra.

Sangue, dolore, lacrime e paura, sono le tristi immagini che abbiamo visto sui giornali, nelle tv, su internet che arrivano direttamente dall’Ucraina dove una guerra incomprensibile e inutile come tutte le guerre, sta lasciando spazio alle tenebre. In tutto questo buio, una cosa di certo si è vista: la grande fede del popolo ucraino. Le immagini delle persone riversate nelle strade a pregare la Theotokos di Vladimir, meglio nota come Madre di Dio della tenerezza, e ancora i santi protettori dell’Ucraina insomma hanno mostrato come la fede e la preghiera sono più potetni di qualsiasi ignobile arma inventata dall’uomo.

Nella giornata di ieri 6 marzo 2022, la statua del Cristo è stata rimossa dalla cattedrale di Leopoli e dopo essere stato rivestito da materiale protettivo, è stato trasportato all’interno di un bunker anti-bomba in modo tale da assicurarne la conservazione. La decisione è stata presa dalle autorità comunali, in cooperazione con le realtà del territorio, per proteggere il patrimonio architettonico e artistico della città in caso di attacco da parte delle forse russe. “Abbiamo deciso di mettere il crocifisso in sicurezza perché così è stato deciso di fare in tutta la città – spiega padre Jakub della cattedrale di Leopoli alla giornalista del Corriere della Sera, Marta Serafini – ogni oggetto storico deve essere protetto così come le persone. E ora il Cristo si trova in luogo sicuro”. C’è un particolare da sottolineare, l’ultima volta che la satatua di Gesù Cristo è stata rimossa dalla cattedrale è stata in occasione della seconda guerra mondiale.

Di Giovanni Azzara

Giornalista, laureato in Lettere e Storia, ha studiato Scienze Religiose. Appassionato di Storia della Chiesa, segue la cronaca vaticana. Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo, è vicedirettore del quotidiano Esperonews, collaboratore del Giornale di Sicilia, collabora attivamente con Radio Spazio Noi inBlu2000 e Radio Panorama.

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