In queste ore si moltiplicano incontri e manifestazioni per chiedere la pace in Ucraina. Nelle principali piazze italiane, e in diverse parti del mondo, si alza forte il grido della gente (adulti e giovani) per chiedere l’immediato “cessate il fuoco”, mentre una girandola di solidarietà concreta ha iniziato a muovere velocemente i primi passi per sostenere – con raccolte in denaro, viveri e medicinali – le tantissime persone (soprattutto donne, bambini e anziani) che hanno dovuto lasciare la propria patria per trovare rifugio in altre nazioni.

Tuttavia, non possiamo esimerci dal fare alcune considerazioni, perché servano da monito per il futuro.

La “pace”, infatti, non è un grido da consegnare a cortei e comunicati stampa “solo” quando la situazione è già precipitata. Essa va costruita ogni qual volta un uomo ha a che fare con un altro uomo, in tutte quelle circostanze relazionali che viviamo quotidianamente nella nostra società.

Dovremmo chiederci, per esempio, se stiamo costruendo la pace, quando con il nostro voto chiediamo di essere rappresentati da un certo tipo di politica che al bene pubblico antepone quello privato o ideologico!

Quando pur di raggiungere i propri obiettivi (economici e carrieristici) adoperiamo a lavoro le armi dell’illegalità e della sopraffazione nei confronti degli altri.

Quando i figli vengono usati come arma per infierire sul coniuge dal quale ci si sta separando.

Chiediamo la pace, e non guardiamo come pericoloso il turpiloquio presente nelle chat dei principali social network, o nelle “seguitissime” trasmissioni televisive dove zuffe, scontri e diverbi sono il vero cardine degli ascolti.

Per due anni siamo andati incontro alla pandemia con spirito di solidarietà e aiuto reciproco, per poi crollare miseramente di fronte all’assurda distinzione tra vax e no vax!

In realtà il tempo che stiamo vivendo ha le caratteristiche di una vera e propria schizofrenia, la mente scissa che sta compromettendo con una certa serietà la nostra sfera emotiva, che non è capace di distinguere i bisogni reali da quelli ideologici, facendoci perdere il contatto con il mondo, con gli altri che ho davanti a me. È una lotta quotidiana, e ogni giorno è sempre più feroce

La pace non è una torta che puoi prenotare dal tuo pasticcere di fiducia, bisogna costruirla ogni giorno e creare i presupposti per realizzarla davvero.

Gesù ricorda nel Vangelo «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9), e questo i cristiani dovrebbero saperlo… e anche i governanti che si dicono tali!

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Foto: corinneisoni

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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