«Le cose di Dio meritano fretta, anzi le uniche cose del mondo che meritano fretta sono proprio quelle di Dio, che hanno la vera urgenza per la nostra vita». È una delle espressioni più incisive che Papa Benedetto XVI riferiva durante un’omelia della solennità dell’Assunta.

Rievocando l’immagine della Visitazione, proposta dall’Evangelista Luca (cfr Lc 1,39-56), il Pontefice poneva l’accento sulla particolare premura che spinge Maria a recarsi dalla cugina Elisabetta (In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda – Lc 1, 39) per rivelarle nel cantico del Magnificat il divino concepimento e la gloria di Dio.

Anche noi dovremmo sperimentare questa “santa premura” per le cose che riguardano Dio. In quest’ultimo periodo, purtroppo, facciamo spesso i conti con la tiepidezza della nostra vita, condita da mille paure e incertezze che soffocano il grido della fede incondizionata a Dio, quel verbo “credere” che diventò per Abramo il sigillo indelebile della sua amicizia con Dio.

Una persona che andava di fretta, verso le cose che riguardano Dio, era Madre Teresa di Calcutta. Nulla poteva impedirle di muovere i passi verso il Cristo che, nel volto di coloro che “la piccola matita di nelle mani di Dio” incontrava, chiedeva di essere amato.

Non permettiamo, allora, alla tediosa pigrizia di farci vivere con superficialità il dono dell’Amore che Dio ci ha dato il privilegio di abbracciare e accogliere nella nostra vita. Cominciamo ad andare di fretta anche noi!

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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