San Matteo è uno dei personaggi chiave dei Vangeli: pubblicano, esattore delle tasse per conto dei Romani, incontra Gesù e si converte divenendo uno degli apostoli e addirittura autore di uno dei Vangeli. Una figura di cui non si conosce molto, se non che predica in Palestina per poi essere martirizzato, ma che è comunque molto cara alla tradizione cristiana.

Il suo incontro con il Cristo è infatti uno degli episodi più noti. Matteo, chiamato anche Levi, era infatti un esattore delle tasse a Cafarnao, in Galilea, e per questo poco amato dagli ebrei che vedevano gli esattori come la “longa manus” di un popolo invasore. Ecco l’incontro descritto da Marco: «(Gesù) uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2, 13-17).

Matteo è il simbolo delle fragilità umane, ma anche della possibilità che Dio offre a tutti di convertirsi e rinascere a vita nuova: un Dio che non viene per punire i peccatori ma per salvarli e guarirli dalle ferite della vita. Il “seguimi” detto a Levi è rivolto a ogni uomo che, nel cammino della propria esistenza, sperimenta l’incontro con il Padre ed è chiamato ad alzarsi, lasciare tutto e mettersi alla sequela del Cristo.Le reliquie di San Matteo sono custodite nella cattedrale di Salerno, di cui è il patrono, ma Matteo (il cui nome significa “uomo di Dio”) è protettore anche dei banchieri, della Guardia di Finanza, dei ragionieri, dei commercialisti e dei contabili. Il simbolo dell’evangelista è un uomo alato.

Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *