Due sono le principali ricorrenze celebrate dalla Chiesa di Palermo, in ricordo della Santa Patrona Rosalia: il 15 luglio e il 4 settembre. Nel 1630 papa Urbano VIII inserì nel “Martirologio Romano” la data del 15 luglio (anniversario del ritrovamento delle reliquie) e quella del 4 settembre (giorno della morte e memoria liturgica).

Con queste parole Giuseppe Pitrè, illustre etnologo siciliano dell’800, descrive la prima processione delle reliquie di Santa Rosalia nella città di Palermo, messa in ginocchio dalla peste e liberata dalla stessa (15 luglio del 1624) per intercessione della Santa Patrona siciliana: «Al loro passaggio il male si alleggeriva, diventava meno intenso, perdeva la sua gravità. Palermo, in breve, fu libera, e, in attestato di riconoscenza a tanto beneficio, si votò a lei, celebrando in suo onore feste annuali che ricordassero i giorni della liberazione. La grotta del Pellegrino divenne Santuario, ove la pietà d’ogni buon devoto si ridusse a venerare l’immagine della Patrona».

Nei giorni precedenti al 15 luglio, i palermitani danno vita al “Festino” di Santa Rosalia organizzando momenti di rivisitazione storica e culturale della “Santuzza” (così chiamata con affetto dai palermitani) che si concludono con la discesa dello storico Carro trionfale e gli spettacolari giochi pirotecnici. Il 15 luglio, invece, la Città si raduna in Cattedrale per portare in processione l’urna argentea contenente le reliquie di Santa Rosalia, e ricordare così il miracolo del 1624.

Il 4 settembre ricorre invece la memoria liturgica di Santa Rosalia, e in tale occasione i palermitani percorrono a piedi i sentieri del Monte Pellegrino per raggiungere, in un clima di devozione e preghiera, il Santuario-grotta dove furono rinvenute le reliquie della Santuzza. A conclusione del pellegrinaggio, l’Arcivescovo di Palermo celebra la Santa Messa.

Purtroppo, in questi ultimi due anni non è stato possibile (a causa della pandemia) svolgere la solenne processione del Reliquiario del 15 luglio, e l’«acchianata» (salita) a Monte Pellegrino del 4 settembre. Un paradosso che offre l’opportunità per riflettere, visto che la Vergine Rosalia salvò già una volta la Città di Palermo dal flagello della peste. Se da un lato risulta saggio (ed è certamente saggio) utilizzare tutte le precauzioni per evitare i contagi, dall’altro è anche vero che il Covid-19 ha indebolito la capacità di affidamento della nostra fede.

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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