L’oggi e il domani della fede cristiana in Europa, tra il dolore della guerra e la speranza della pace. Questo il tema della tavola rotonda che si è tenuta nella parrocchia di Nostra Signora delle Nazioni in Sant’Eugenio Papa, a Palermo, nell’ambito della Settimana europea organizzata dal parroco don Felice Lupo.

Un appuntamento che quest’anno si è arricchito di un momento di confronto tra ambasciatori e uomini di fede per discutere della guerra in Ucraina. Moderata da Salvatore Li Castri, consigliere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, la tavola rotonda ha visto la partecipazione di monsignor Paulo Hončaruk, vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia, città che ospita la più grande centrale nucleare del continente minacciata dal conflitto.

E ancora don Jaroslav Krawiec, superiore dei Domenicani in Ucraina, don Mariusz Krawiec, superiore regionale dei Paolini in Polonia e in Ucraina e corrispondente emerito della Radio Vaticana dall’Ucraina, mi tre ambasciatori presso la Santa Sede: l’ucraino Andrii Yurash, il polacco Adam Kwiatkowski e la lituana Sigita Maslauskaitė-Mažylienė.

“Desideriamo aprire i nostri cuori alle problematiche europee e favorire il dialogo fra i popoli – ha detto don Lupo – ragionando sul presente e il futuro della fede cristiana”. “Un evento di grande valore che l’Ordine dei giornalisti di Sicilia ha condiviso – ha spiegato Li Castri -. Il nostro Ordine nazionale ha sostenuto l’appello lanciato dai direttori e vicedirettore dei principali giornali italiani per la libertà di stampa a Gaza, un altro territorio martoriato dalla guerra”.

Una situazione drammatica, quella vissuta dagli ucraini, come ha raccontato il vescovo di Kharkiv/Zaporizhzhia. “La nostra diocesi è sotto attacco russo, tanti villaggi e tante città sono stati rasi al suolo, comprese case, scuole e asili. Oggi meno di un quinto degli abitanti vive nel nostro territorio ma sentiamo un grande amore provenire da tante parti, anche da Palermo che ci ha fatto pervenire molti aiuti”.

Un legame, quello con il capoluogo siciliano, confermato anche dal superiore dei Domenicani: “Nella nostra cattedrale abbiamo un quadro di santa Rosalia, tra alcuni decenni qualcuno si chiederà perché. È la testimonianza della vostra vicinanza, della vicinanza fra i popoli”. Una guerra che, come ha spiegato il superiore dei Paolini, provoca dolore ma non spegne la speranza.

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Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.