Un tempo, l’immagine di San Giuseppe era onnipresente in ogni bottega, officina e mercato. Questo testimoniava una profonda devozione e un desiderio di protezione da parte del mondo del lavoro.
San Giuseppe occupa un posto di primaria importanza tra le figure venerate nella Chiesa. Sposo della Vergine Maria e padre putativo di Gesù, il suo ruolo nella vita e nella crescita educativa di Cristo è tutt’altro che secondario. Insieme alla Madre di Dio, Giuseppe fu chiamato a custodire ed educare il Figlio di Dio, aderendo pienamente alla volontà divina.

L’8 dicembre 1870, Papa Pio IX lo dichiarò Patrono della Chiesa universale. Successivamente, nel 1955, Papa Pio XII istituì la memoria liturgica del 1° maggio dedicata a San Giuseppe Lavoratore, proclamandolo patrono degli artigiani e degli operai.
Papa Francesco, nella Lettera Apostolica “Patris Corde” del dicembre 2020, scriveva: «Un aspetto che caratterizza San Giuseppe e che è stato posto in evidenza sin dai tempi della prima Enciclica sociale, la Rerum novarum di Leone XIII, è il suo rapporto con il lavoro. San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro» (Patris Corde, 6).
Le origini della festa del Primo Maggio
La tradizionale commemorazione del Primo Maggio affonda le sue radici nella conquista delle otto ore lavorative, un traguardo inizialmente raggiunto il 1° maggio 1867 nello stato dell’Illinois, negli Stati Uniti. Questa vittoria fu celebrata a Chicago con un’imponente manifestazione che vide la partecipazione di diecimila persone.
Il 1° maggio 1886, in occasione del diciannovesimo anniversario dell’entrata in vigore della legge dell’Illinois sulle otto ore, fu indetto uno sciopero generale con l’obiettivo di estendere tale normativa a tutto il territorio americano.
Anche Chicago aderì massicciamente a questa mobilitazione, con una partecipazione significativa degli operai della fabbrica di mietitrici McCormick. La polizia, intervenuta per disperdere l’assembramento, aprì il fuoco sui manifestanti, causando la morte di due persone e ferendone diverse altre.
In segno di protesta contro la violenza delle forze dell’ordine, gli anarchici locali organizzarono una nuova manifestazione per il 4 maggio. Durante questo evento, una bomba lanciata da una via laterale provocò la morte di sei poliziotti e il ferimento di una cinquantina di persone.
La reazione della polizia fu immediata e violenta, aprendo nuovamente il fuoco sulla folla. Il bilancio esatto delle vittime e l’identità di chi lanciò la bomba rimasero sconosciuti. Questo episodio segnò il primo attentato dinamitardo nella storia degli Stati Uniti.
La risonanza di questi eventi fu tale che la celebrazione del Primo Maggio si diffuse rapidamente in numerosi paesi, divenendo un simbolo universale delle lotte per i diritti dei lavoratori, la giustizia sociale e la solidarietà internazionale.
Primo Maggio in Italia
In Italia, la Festa dei Lavoratori fu celebrata per la prima volta nel 1890. Durante il regime fascista, la ricorrenza fu spostata al 21 aprile (in concomitanza con il Natale di Roma), ma con la fine della Seconda Guerra Mondiale fu ripristinata alla data originaria del 1° maggio, venendo ufficialmente riconosciuta come festa nazionale nel 1949.
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