Se a qualcuno ha dato fastidio che Incoronata Boccia, vicedirettore del Tg1 – nella libertà di un diritto di espressione innegabile a chiunque -, abbia pubblicamente dichiarato in un dibattito televisivo, che “l’aborto è un omicidio“, dovrà – prima ancora di cospargersi il capo di cenere per l’orribile scandalo udito – necessariamente decidere cosa farsene della fede. Anche per evitare il pietoso mercato sacro del “fai da te”, dove c’è chi è convinto di poter “scegliere” i valori cristiani considerati importanti per la propria vita.

Tuttavia sul monte Sinai, il Padreterno non ha consegnato a Mosè una semplice scheda di valutazione sulla possibilità che dieci delle Sue parole potessero venire graziosamente accolte nel cuore di ogni uomo, ma ha dettato i “Comandamenti” che sono a fondamento di ogni regola umana e spirituale del cristiano.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, infatti, inserisce il tema dell’aborto proprio nel contesto del Quinto Comandamento (nn. 2258-2317), che chiaramente invita a “Non uccidere”. «La vita umana – recita il Catechismo – deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita» (n. 2270).

Che l’aborto venga ritenuto dalla Chiesa un grave crimine – per chi lo commette e per chi vi coopera – lo si specifica ulteriormente al numero 2272: «La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. “Chi procura l’aborto, se ne consegue l’effetto, incorre nella scomunica latae sententiae”, “per il fatto stesso d’aver commesso il delitto” e alle condizioni previste dal diritto».

«Non farai morire il figlio per aborto né lo ucciderai appena nato» (2,2), dichiara inoltre l’antichissimo testo della Didaché – un autorevole manuale di legislazione ecclesiastica, in uso presso i cristiani (di Siria o Palestina), intorno al I secolo.

«Stiamo scambiando un delitto per un diritto – afferma Incoronata Boccia – . Anche la politica ha paura di dire che l’aborto è un omicidio. C’è poco da sorridere! Non l’ho detto io!». Poi cita Madre Teresa di Calcutta nel giorno in cui le fu assegnato il Premio Nobel per la Pace (1979), e dove, in quella occasione, Madre Teresa disse: «Io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta – un’uccisione diretta – un omicidio commesso dalla madre stessa. […] Milioni (di bambini) muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla».

Al Vicedirettore del Tg1 va riconosciuto il coraggioso merito di aver espresso in libertà e verità un importante aspetto della vita di fede, che molti partiti politici – che si reputano o si reputavano di ispirazione cristiana – non hanno molto apprezzato.

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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