Gli scatti fotografici di Baldo Lo Cicero ci proiettano iconograficamente nella storica chiesa di San Giuseppe dei Teatini, nel centro storico della città di Palermo, precisamente ai Quattro Canti.

Stabilitisi a Palermo nel 1602 (all’inizio nella chiesa di Santa Maria della Catena), i Padri Teatini edificarono l’omonima chiesa di San Giuseppe nel 1612, un monumentale edificio sacro dominato da una maestosa cupola progettata da Giuseppe Mariani nel 1724, strutturata su un tamburo ottagonale e rivestita in maiolica.

I Teatini

I chierici regolari teatini sono un istituto religioso maschile di diritto pontificio, nato nella Chiesa con l’intento di restaurare, nella prassi ecclesiale, la regola primitiva di vita apostolica. L’ordine dei Teatini fu fondato nella basilica di San Pietro in Vaticano il 14 settembre 1524 da san Gaetano Thiene e Gian Pietro Carafa. Il nome “Teatini” – attribuito al nuovo istituto approvato da papa Clemente VII con breve del 24 giugno 1524 – deriva dal titolo di cui era insignito il primo preposito della congregazione Gian Pietro Carafa, episcopus theatinus, cioè vescovo di Chieti (in latino Theate).

Nel suo interno, la chiesa è suddivisa in tre navate, tutti i soffitti sono affrescati, mentre le pareti e le cappelle laterali sono rivestite in marmi mischi. Ignazio Marabitti e Filippo Siragusa, realizzarono (fine ‘700) le due acquasantiere in marmo, rette da angeli in stucco, poste all’ingresso della chiesa. Gli affreschi seicenteschi posti nella navata centrale sono opera di Filippo Tancredi, Giuseppe Velasquez e Vincenzo Manno. La cupola – dipinta nel 1734 – è opera di Guglielmo Borremans.

Il culto alla Madonna della Provvidenza e a S. Giuseppe

Nella cripta di San Giuseppe dei Teatini è custodita (e visitabile) l’antica chiesa ipogea dedicata alla Madonna della Provvidenza. Un quadro del 1610, in modo particolare, rappresenta l’immagine della Madonna e Gesù incoronati; un quadro, fin dalla sua origine, avvolto da particolare e misteriosa sacralità. Si racconta, infatti, che nessuno dei diversi artisti convocati riuscì a rappresentare l’immagine della Madonna con il Bambino richiesta dai padri Teatini, fin quando ad uno di essi, don Vincenzo Scarpato, un misterioso signore consegnò un pacchetto contenente un dono, che – disse il viandante –, se conservato con cura e devozione, avrebbe garantito numerose grazie e tanti pellegrini. Quando don Vincenzo Scarpato aprì il pacco vi trovò il quadro della Vergine e del Bambino che aveva desiderato per quella nuova collocazione, ma il misterioso viandante, nel frattempo, era scomparso. A tal proposito, una tradizione vuole che a consegnare il quadro sia stato San Giuseppe in persona, secondo quanto successivamente rivelato da don Vincenzo Scarpato che in punto di morte accennò a frequenti apparizioni private del Santo Patriarca.

La devozione nei riguardi del Santo Patriarca è ancora presente a San Giuseppe dei Teatini, al quale è stata dedicata una splendida cappella finemente decorata, dove si venera una preziosa statua lignea dorata.

La Fonte Miracolosa

Nel 1668, sotto l’altare, venne rinvenuta una fonte d’acqua, benedetta dai Teatini il 15 gennaio dello stesso anno. Si tratta di un’acqua considerata miracolosa, anche per le numerose attestazioni di grazie ricevute. Dopo la scoperta della Fonte Miracolosa, e una inaspettata crescita di visitatori e pellegrini, nel 1685 il Senato Palermitano decretò che la Madonna della Provvidenza diventasse patrona della città.

A proposito della fonte miracolosa, un interessante contributo video di Giovanni Villino.

Foto: per gentile concessione di Baldo Lo Cicero

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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