“Potenzialità e rischi del web per la pastorale quotidiana”, è stato il tema trattato a Caltanissetta in questi giorni in occasione dell’incontro di formazione delle consulte regionali degli uffici per la cultura, le comunicazioni sociali e la pastorale giovanile organizzata dalla Conferenza Episcopale Siciliana.

Un importante momento di confronto su temi di attualità a cui hanno preso parte il vescovo di Acireale monsignor Antonino Raspanti, presidente della CESi, don Gaetano Gulotta, direttore dell’ufficio regionale per la pastorale giovanile e don Arturo Grasso, direttore dell’Ufficio regionale per le comunicazioni sociali. In collegamento da remoto erano invece presenti il vescovo di Trapani monsignor Pietro Maria Fragnelli, delegato dell’Ufficio Regionale per i Giovani, ed il vescovo di Siracusa monsignor Francesco Lomanto, delegato ufficio regionale delle comunicazioni sociali.

Don Fortunato, responsabile del centro ascolto regionale della CESi, fondatore e presidente dell’associazione Meter che da trentacinque anni si occupa di intervenire in difesa dei minori, ha introdotto il primo dei due temi “L’uso dei social nella pastorale delle nostre realtà ecclesiali: vantaggi e svantaggi”; poi ha precisato: «La società deve essere più consapevole che il dramma c’è e devasta ogni anno centinaia di minori. Solo azioni preventive e sensibilizzanti, unite a quelle formative, possono ridurre il fenomeno e portarlo alla sua scomparsa».

Particolarmente significativi sono i dati che emergono dal report che l’associazione Meter ha presentato per il 2023 e che mostrano – non senza destare preoccupazione – come il numero di abusi su minore non solo è in crescita, ma travalica i confini del reale e si spinge su internet.

Dal dark web ad archivi compressi – come si evince dal comunicato stampa preparato dalla diocesi di Acireale –, sono numerose le cartelle segnalate alla polizia postale che contengono foto e video di minori. Il report ha inoltre evidenziato come molti sono anche i giovani disabili che vengono contattati sui social network, circuiti e indotti alla realizzazione di materiale pornografico.

A questo, si aggiunge un ulteriore e drammatico fenomeno, quello della “pedomama”, ovvero quando le donne, spesso madri, abusano sessualmente o permettono che qualcuno abusi dei neonati. Non secondario l’aumento dei casi in cui siano minori ad abusare di altri minori, in violenze spesso di gruppo.

«Come comunità – ha dichiarato monsignor Antonino Raspanti, presidente della CESi e vescovo di Acireale –, il nostro obiettivo deve essere quello di assicurare che i giovani non solo navighino in sicurezza, ma anche che trovino in Internet uno spazio per esprimere le loro potenzialità, scoprire opportunità educative e stabilire connessioni umane positive. Vogliamo garantire che i giovani siano equipaggiati per affrontare le sfide del mondo digitale, mantenendo un equilibrio tra innovazione e tradizione».

Un altro importante contributo è stato offerto dall’ispettore Luigi Lombardo, della Polizia di Stato che ha parlato di“Buone prassi di prevenzione online e offline”, riportando la sua esperienza personale. 

Foto­: Diocesi di Acireale

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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