Un segno antico ma al tempo stesso eloquente, capace di farci entrare più profondamente nel mistero pasquale e di coglierne la straordinaria bellezza. Dalla quinta domenica di Quaresima nelle parrocchie si potrà realizzare la così detta “velatio”, cioè la copertura delle immagini che ornano le aule liturgiche.

Una prassi che affonda le radici nella storia della Chiesa e che ha un significato ben preciso: coprire e scoprire croci e statue, secondo i tempi scanditi dalla liturgia, ci aiuta infatti a vivere con maggiore intensità gli ultimi giorni prima del triduo pasquale in cui Cristo, vincendo la morte, realizza la nostra salvezza ristabilendo la piena comunione del genere umano con il suo creatore.

Ma perché coprire e scoprire le croci?

Il significato simbolico del gesto è abbastanza eloquente: indica un’epifania, una piena manifestazione di qualcosa che prima non era possibile vedere e quindi cogliere nella sua chiarezza. Del resto il mistero pasquale era difficile da comprendere perfino per gli apostoli, come dimostra il tentativo di Pietro di evitare l’arresto di Gesù, e solo in un secondo momento diverrà più chiaro.

Il “velo del tempio”

E c’è anche un altro significato, altrettanto bello e profondo. Nel Tempio di Gerusalemme c’era il così detto “velo del tempio”, ossia un telo che separava il “Santo dei santi”, il luogo in cui solo il sommo sacerdote poteva entrare una volta all’anno, dal resto della struttura. Un luogo praticamente inaccessibile e che simboleggiava la presenza di Dio; una presenza insostenibile per gli uomini e quindi velata, fisicamente lontana. Una distanza, quella tra realtà divina e realtà umana, che in Cristo viene annullata: Gesù si incarna, assume l’umanità e, risorgendo, rende gli uomini figli di Dio, tanto che alla sua morte (dicono i sinottici) “il velo del tempio si squarciò” (Lc 23, 45). 

Il Messale Romano

Il Messale Romano prevede che al termine della messa del Giovedì santo, quella in “Coena Domini”, le croci siano tolte o coperte; saranno scoperte il Venerdì santo, durante la liturgia della Passione del Signore, mentre le statue dovranno attendere fino all’inizio della Veglia pasquale. Il vescovo può però consentire “che sia conservato l’uso di velare le croci e le immagini all’interno della Chiesa dalla quinta domenica di Quaresima”.

Foto: Ecclesiadei.it

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Di Roberto Immesi

Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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