«Ritorna a piovere cenere sulla nostra Isola. La Sicilia brucia, non solo per l’innalzamento della temperatura, ma perché fagocitata da fiamme devastanti [¼]. Si ustionano gravemente i corpi degli addetti e dei volontari che prestano soccorso. Le mani diaboliche di vandali senza cuore e coscienza hanno ucciso le vite di tre nostri anziani. Bruciano di paura, di ansia, di disperazione, di rabbia e di dolore i volti e le “anime” delle più di duemila vittime innocenti di questo infuocato e, purtroppo, annunciato e quasi “atteso”, inferno terreste». Con queste parole, l’episcopato siciliano (CESi) descrive e denuncia il disastro ecologico che in questi giorni ha messo in ginocchio la Sicilia.

Una nota ufficiale, quella della CESi, carica di domande e significative esortazioni ad una maggiore responsabilità da parte delle amministrazioni locali. «Senza impantanarsi tra le ceneri della grigia burocrazia o i rimpalli di competenze e responsabilità – dichiarano i Vescovi –, le varie Istituzioni che ci governano non possono ancora lasciare la situazione com’è. Occorre assumersi la responsabilità sui piani preventivo, educativo, strutturale e repressivo. Dobbiamo chiederci: cosa è stato fatto in questi anni per la prevenzione? Cosa è cambiato dagli ultimi roghi che, appena due anni fa, hanno messo in ginocchio l’Isola?».

Nel documento, la voce dei vescovi siciliani diventa ancora più esplicita, e senza mezzi termini si afferma: «Non siamo così ingenui da non vedere il tentativo, ben pianificato e, in parte anche ben riuscito, di menti e mani criminali che attentano alla vita dell’uomo, al nostro patrimonio storico, religioso e culturale. Queste mani accostate alle dichiarazioni di circostanza di alcuni governanti e burocrati che, al più, denunciano i pochi mezzi a disposizione, finiscono per umiliare la nostra terra. Gli incendi non devastano questa terra da decenni? Ignoriamo forse la mancata prevenzione, l’incuria nella gestione del territorio, l’abbandono inarrestabile delle campagne, il processo di tropicalizzazione del clima?».

La nota si conclude con l’invito ad «attivare un sano processo di coscientizzazione alla giustizia e alla verità, superando anche il silenzio omertoso e correggendo i comportamenti offensivi del creato». 

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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