Benedetto XVI è stato un Papa capace di attrarre i giovani ad una visione pastorale al passo con i tempi, nonché a una teologia incentrata su un dialogo attento e accessibile a tutti. Tale significativa apertura ha trasformato il suo pontificato in una bellissima storia di fede e protagonismo giovanile nella chiesa. Il Pontefice che ci lascia nei suoi diversi incontri con i giovani (molti dei quali in diversi viaggi apostolici) professava una missione pastorale caratterizzata dalla carismatica capacità di ascoltare per capire e farsi capire dai fedeli, grandi e piccoli, con il dono di un parlare accessibile per una Parola davvero condivisa.

I tanti discorsi di Papa Benedetto XVI, fatti ai giovani, erano incentrati su temi di grande rilevanza e di grande attualità  come: la Fede (motivo per cui egli stesso ebbe l’obbiettivo di indire l’ Anno della Fede), la dimensione religiosa della persona, la dignità dell’uomo e i suoi diritti fondamentali, la solidarietà tra i popoli, la Shoah, la legalità, la giustizia, il dialogo interreligioso  e interculturale, la cittadinanza attiva, l’integrazione sociale, l’immigrazione, la violenza e la guerra, l’ecologia, la globalizzazione, ecc..

Una sollecitudine di grande rilevanza che Benedetto XVI ha voluto indicare nel suo messaggio per la XXVI Giornata mondiale della gioventù nell’agosto 2011 a Madrid, dove valorizzò i giovani ad essere i veri testimoni in quanto sorretti dalla fede della chiesa; «Nell’era della globalizzazione, siate testimoni della speranza cristiana nel mondo intero: sono molti coloro che desiderano ricevere questa speranza!» ecco la valorizzazione dei giovani che vengono definiti da egli come segno di speranza per l’umanità; i giovani furono una speranza per lui che volle tanto restare insieme ai giovani nonostante la tempesta che ci fu nella medesima Gmg. Benedetto XVI era coperto dagli ombrelli e volle restare con i giovani durante la tempesta a Cuatro Vientos. È stato un grande simbolo che è, a mio sommesso avviso, l’immagine del Pastore che sta con il suo gregge nonostante tutto. Il Papa che ha saputo con calma e determinazione affrontare le tempeste che si sono scatenate sulla Barca di Pietro, a chi gli chiedeva se la sera della veglia voleva andare via per il maltempo ha risposto: «No, io rimango con i giovani!». Perché i giovani sono il futuro, perché un padre non lascia i suoi figli, perché anche il Papa è stato coinvolto dalla forza dei ragazzi della Gmg.

Giorno fulgido per la nostra chiesa palermitana è il 3 ottobre 2010 dove, all’interno del suo viaggio apostolico, Benedetto incontrando i giovani in Piazza Politeama gli disse che era l’ultima tappa della sua visita ma precisò che per lui era la tappa centrale in quanto egli fu invitato proprio all’incontro regionale “giovani e famiglie”. «Ecco il dono più grande che abbiamo ricevuto: essere Chiesa, essere in Cristo segno e strumento di unità, di pace, di vera libertà. Nessuno può toglierci questa gioia! Nessuno può toglierci questa forza! Coraggio, cari giovani e famiglie di Sicilia! Siate santi!» questi alcuni frammenti del suo discorso che a sua volta si incentrò sul contrasto alla criminalità dicendo ai giovani di “non credere e non avere paura della mafia”. Come un padre e pastore disse anche di conoscere le difficoltà che si vivono al sud ma sottolineò di conoscere l’impegno con il quale i giovani cercano di reagire a tutto ciò affiancati da sacerdoti come ad esempio un sacerdote che si spese per tutto ciò ovvero il nostro Beato Pino Puglisi che Benedetto ricordò più volte nella sua visita a Palermo.

Otto anni di pontificato caratterizzato da tanti gesti, viaggi, encicliche, esortazioni apostoliche e soprattutto dal suo primo viaggio apostolico internazionale, dal 18 al 21 agosto 2005 dove la tappa ebbe luogo in Germania (il paese di Papa Benedetto), a Colonia, in occasione della XX Giornata mondiale della gioventù, il suo primo appuntamento con i giovani. Partecipò poi ad altre due Gmg: a quella svoltasi dal 15 al 20 luglio 2008 a Sydney, in Australia, dove incontrò oltre mezzo milioni di giovani, e a quella di Madrid, dove dal 16 al 21 agosto 2011 confluirono oltre due milioni di ragazzi. Papa Benedetto nel suo ministero petrino volle fortemente far nascere un’onda di fede che non si sarebbe mai fermata, che sarebbe cresciuta intorno alla chiesa, qualunque fosse il suo futuro. Egli amò e sostenne la gioventù con l’amore e la fedeltà di chi è “saldo nella fede”. Saldo perché radicato nell’Amore di Cristo.

Tanti i giovani hanno visto Benedetto XVI come un Papa teologo e al contempo con un nuovo stile di pastorale incentrata su tanti fronti: sul fronte della dottrina sociale della chiesa di cui un esempio è la stesura della sua terza enciclica “Caritas in veritate” (L’amore nella verità), firmata il 29 giugno 2009, dedicata ai temi sociali dell’economia, del lavoro e della povertà; sul fronte teologico e pastorale ed un esempio è dato dalla sua esortazione apostolica “Verbum Domini” (La Parola del Signore) del 2010, sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, redatta in seguito al Sinodo dei vescovi del 2008. In sintesi parliamo di un Papa che come umile servo della vigna del Signore ha portato avanti la successione del magistero di San Giovanni Paolo II lasciando al suo successore oggi Papa Francesco una chiesa pronta a saper affrontare le difficoltà, non a caso egli volle chiamarsi Benedetto per due motivi: il primo motivo per riallacciarsi al venerato pontefice Benedetto XV, che guidò la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale; e sulle sue orme offrirsi come guida della barca di Pietro, il secondo motivo è dato dal fatto che egli volle porre il suo ministero di Romano Pontefice e sulle orme di San Benedetto da Norcia.

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Di Catalin Dioguardi

Dottore in Giurisprudenza. Tutor presso la Lumsa Università, catechista e volontario in diverse associazioni.

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