In occasione della morte di un pontefice, il corpo di quest’ultimo viene esposto ai fedeli per diversi giorni, ma come può conservarsi così a lungo?
Dopo la morte di un pontefice, secondo la tradizione, il corpo di quest’ultimo viene esposto ai fedeli per poter permettere loro di pregare su di esso e rendergli omaggio. Tuttavia, come ben sappiamo, un corpo subito dopo la morte inizia a deteriorarsi velocemente e quindi se esposto per troppo tempo, può diventare pericoloso per vari motivi. L’esposizione del corpo di un pontefice dura circa 10-15 giorni, tempi biblici, ecco perchè la salma viene sottoposta ad un trattamento chiamato “Tanatoprassi”.
La “Tanatoprassi” dal greco thanatos (morte) e praxis (pratica), è un trattamento “post-mortem” e consiste nella cura igienica di conservazione e di presentazione estetica del corpo dopo la morte. Il trattamento inoltre è volto anche a fermare per diversi giorni per bloccare il processo di decomposizione e quindi esporre il corpo del pontefice defunto. Una pratica che permette di poter esporre il pontefice così a lungo.
Ad operare tale procedimento è stato Andrea Fantozzi, fondatore dell’l.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano Tanatoprassi), lo stesso che nel 2005 aveva preparato le spoglie mortali di Giovanni Paolo II.