I Måneskin chiudono il tour americano a Las Vegas distruggendo gli strumenti musicali al termine del concerto, poi, su Instagram postano il video e commentano: «Questo non era affatto previsto e forse abbiamo un po’ esagerato, ma ci è piaciuto».

Un gesto immotivato e diseducativo che in realtà non è piaciuto proprio a tutti. Soprattutto ai loro fans!

«Si sono dimenticati – scrive qualcuno, commentando il post – di quando suonavano per strada e non potevano permettersi strumenti di un certo livello». Vedere in frantumi una chitarra – commenta un’altra persona – «è uno schiaffo ai sogni e alla miseria, non è rock, non è ribellione, è pure un Déjà vu vecchiotto e banalotto. Se vi avanzano, regalatele ai bambini. Costruite sogni, non rompeteli!»; altri ancora sono più espliciti: «Questo succede quando si fa credere a dei ragazzini immaturi e ignoranti di essere Dio in terra. Fino a ieri suonavano per strada col piattino e ora fanno i ribelli con i vestiti di Gucci. Io ho risparmiato un anno e ho lavorato in un bar a quattro soldi tutta l’estate per comprarmi la mia prima chitarra seria alla vostra età. Pensate un po’ di più alla musica e meno a fare gli alternativi senza cervello perché state iniziando a rendervi ridicoli e antipatici».

Qualcun altro cerca di difendere il gesto, spiegandolo come una «una sorta di ribellione» manifestata al termine del loro tour: «Sono stanchi. Hanno dato il massimo. Quel loro distruggere gli strumenti io lo interpreto come a dire: ”Finalmente ci riposiamo!”».

Insomma, una caduta di stile, quella dei Måneskin, che non fa bene alla musica e soprattutto ai numerosi giovani che li seguono e che speriamo non decidano di imitarli in questa controversa performance finale!

Foto: Tgcom24

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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