La Madonna dell’Indirizzo, dedicataria di chiese, aveva il suo epicentro culturale nella parrocchia di san Bartolomeo ad Enna. Qui esisteva un dipinto su pietra che, rinvenuto miracolosamente nel Cinquecento, divenne meta di pellegrinaggio da parte di tutto il Regno. Secondo le testimonianze di alcuni anziani, la Madonna dalle vesti dai “colori forti”, era rappresentata nell’atto di allattare il Figlio posto sulla mano destra e con l’altra mano la Vergine lo indicava. L’opera tanto venerata nei secoli passati fu gettata per ignoranza e indifferenza durante i lavori di ricostruzione della medesima chiesa nel secondo dopo guerra. Enrico Sinicropi nel suo libro “Enna nella storia, nell’arte, nella vita” tratta della Madonna dell’indirizzo e della fiera di maggio a lei dedicata. L’istituzione della fiera risale al 1630 e si dovette alla Civica Amministrazione con il consenso delle Superiori Autorità del Regno.

Connessi alla fiera vennero imposti due balzelli: il “testatico” ed il “canneggio”. Le numerose testimonianze sulla fiera che si svolgeva a maggio in onore della Madonna dell’indirizzo attestano la devozione sentita delle persone e l’importanza della fiera. Molti hanno scritto su di essa e in pochi sul quadro; ma come in non poche occasioni, quando si tratta della storia dell’antica Enna, si ricorre al settecentesco manoscritto dell’ennese padre Giovanni dei cappuccini che definisce Maria, in una relazione dedicata alla Madonna dell’indirizzo, “mano di Dio”, colei che “ci dimostra e ci segna e ci dirige e ci conduce alla Patria celeste e in tutti li nostri bisogni si spirituali che temporali”. La devozione alla Madonna dell’indirizzo oltre ad essere legata alla fiera di maggio è strettamente legata alla porta di “Janniscuru” che è posta quasi ai piedi della chiesa, infatti, era meta di pellegrinaggio da parte di chi entrava in città e forse, anche da questo aspetto, si giustifica il titolo con cui è stata venerata nei secoli.

La Madonna dell’indirizzo rappresenta un tassello di storia e di fede sottratto per troppi anni alla città di Enna. Per questo motivo la parrocchia di San Bartolomeo con l’aiuto del giovane artista locale Samuel Campisi ha voluto restituire alla chiesa un’immagine della Madonna che richiamasse l’originale. Il 21 Agosto 2016 il nuovo quadro è stato benedetto ed inaugurato dal vescovo della diocesi monsignor Rosario Gisana. La Madre di Dio da secoli estende la sua particolare benedizione e il suo sguardo materno alla città di Enna, di cui è protettrice, e nella parrocchia di San Bartolomeo intende indicare la via della salvezza, come alle nozze a Cana di Galilea ripetendo il monito “fate quello che Egli vi dirà” (Gv 2,5).

Questa particolare devozione alla Madonna ne richiama un’altra che vede la Vergine santa devotamente venerata come “Odigitria”, cioè, come “colei che indica la via”. Tale appellativo di origine greco – bizantina, già attestato nel periodo che precede la lotta iconoclasta, si sviluppò dapprima a Costantinopoli e poi anche in Italia e soprattutto in Sicilia. Il titolo dell’”indirizzo” è pertanto di chiara derivazione di questo precedente e più antico culto alla Madonna. È lei “l’indirizzo”, la sede sicura in cui si può trovare Cristo che, come Egli stesso attesta nel vangelo di Giovanni, è “Via, Verità e vita” (Gv 14, 6). Come ricorderebbe il santo francese Luigi Maria Grignon da Montfort: “è per mezzo della santa Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo ed è ancora per mezzo di lei che deve regnare nel mondo”. Cioè, Maria, secondo l’idea di san Luigi, è quella strada che il Padre ha scelto affinché il Figlio suo venisse al mondo ed è la medesima che il mondo deve percorrere per ricongiungersi a Dio. In lei, intimamente associata e legata al suo Figlio divino, è più semplice ricongiungersi a Cristo che è il principale mediatore tra Dio e l’uomo. Il vero devoto di Maria è necessariamente vero imitatore di Cristo. Chi ama Maria non può che innamorarsi infinitamente di Cristo di cui lei è stata tabernacolo. Si va alla Madonna come alla strada per giungere al traguardo che è Dio, pertanto è “indirizzo”, cioè, quel movimento verso la “Via” per il Padre.

Contemplando questa particolare immagine della Vergine Maria sembrano tornare alla memoria le parole del sopracitato padre cappuccino che traccia un esame accurato della mano “aperta” della Vergine dove ad ogni dito corrisponde una grazia: il dito più piccolo, scioglie l’insediamento delle orecchie, Maria apre le nostre orecchie interiori affinché possiamo sentire Dio; l’anulare cura le infermità spirituali; con il terzo dito, il medio, che è il dito di mezzo, Maria è la mediatrice, il mezzo per ottenere da Dio i favori; l’indice ,in questo caso il dito più importante, serve ad indirizzare il cammino alla Patria Celeste. Vi è anche nella mano il dito pollice, cosi chiamato per il suo maggior potere, Maria Santissima è colei che ci introduce nell’eterna felicità con il suo pietosissimo potere. Con il mignolo sentiamo; con il “medicinale” saniamo; con il medio respiriamo; con l’indice siamo diretti. Senza la sua mano rimarremmo sordi, infermi, senza respiro e fuori dal cammino per il Regno.

Foto di Samuel Campisi

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Di Eduardo Guarnieri

(1998), studente di sacra teologia, si interessa dello studio che intercorre tra l’arte e la fede.

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