I preti dovrebbero fare i preti, e preoccuparsi di profumare d’incenso le pareti delle loro chiese! Probabilmente è questa la riflessione del cosiddetto Occidente “cristiano” di fronte alle “interminabili” parole di richiamo alla pace pronunciate da Papa Francesco in questi ultimi mesi, e soprattutto dopo la sberla mediatica che il Pontefice ha consegnato al Corriere della Sera quando ha detto che «l’abbaiare della Nato alla porta della Russia» potrebbe aver indotto il capo del Cremlino a scatenare il conflitto in Ucraina. «Un’ira che non so dire se sia stata provocata — precisa il Papa —, ma facilitata forse sì».

Se lo avesse detto o scritto un’altra persona l’avrebbero incenerita solo con lo sguardo! Che ne abbia parlato il Papa, per alcuni diventa invece un atto liberatorio. Le parole del Pontefice, infatti, vanno a liberare dalla gogna mediatica, dall’ostruzionismo e dalla censura coloro i quali, già da tempo, invitavano l’opinione pubblica a guardare con maggiore attenzione alle corresponsabilità presenti nel conflitto ucraino.

Resta, comunque, il fatto di una dichiarazione – quella del Papa – difficilmente raddrizzabile dal punto di vista diplomatico e mediatico, di fronte alla quale interrogarsi! Ed è comunque chiaro a tutti che l’unica voce che richiama alla pace e al dialogo è quella del Papa!

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Foto: VaticanNews

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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