«Una triste apertura del Festival della Canzone Italiana 2022 ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso». Lo ha scritto il Vescovo di Ventimiglia – San Remo, monsignor Antonio Suetta, all’indomani della prima sera del 72° Festival di Sanremo della canzone italiana, sottolineando – si legge nel comunicato ufficiale – «la penosa esibizione del primo cantante» che «ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante».
Parole forti e dirette, quelle di monsignor Suetta, che manifestano l’esplicito dissenso (condiviso anche da migliaia di cattolici) per l’indecoroso spettacolo proposto dalla televisione italiana. Riferendosi alla performance di Achille Lauro, Suetta dichiara: «Il brano presentato, già nel titolo – Domenica – e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiani come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell’uomo».
Monsignor Suetta parla anche di “povertà artistica” e sottolinea il fatto di aver voluto, con questa sua dichiarazione, «dare voce a tante persone credenti, umili e buone, offese nei valori più cari per protestare contro attacchi continui e ignobili alla fede».
Il Vescovo si rivolge anche ai vertici della televisione italiana e alle istituzioni, ritenendo «doveroso denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga; ho ritenuto affermare con chiarezza che non ci si può dichiarare cattolici credenti e poi avvallare ed organizzare simili esibizioni; ho ritenuto infine che sia importante e urgente arginare la grave deriva educativa che minaccia soprattutto i più giovani con l’ostentazione di modelli inadeguati».
Anche nel web non sono mancati i commenti e lo sdegno per la vergognosa proposta televisiva sanremese che ormai da alcuni anni presta il fianco a messaggi ambigui e dissacratori, senza che nessuno prenda i doverosi provvedimenti.
«Sono convinto – conclude monsignor Antonio Suetta – di dover compiere il mio dovere di pastore affinché il popolo cristiano, affidato anche alla mia cura, non patisca scandalo da un silenzio interpretato come indifferenza o, peggio ancora, acquiescenza».
Foto: Ligurianotizie