Vi possono essere tanti modi per educare i bambini a saper compiere gesti di carità, anche se, diciamocelo pure, tale aspetto non sempre è contemplato tra i parametri educativi (talvolta assenti anche quelli!) che siamo soliti adottare con i nostri figli.

Don Leonardo Caputo, parroco al SS. Salvatore di Termini Imerese (PA), – che avrebbe potuto, come si fa di solito, invitare i fedeli a portare dei viveri per le famiglie bisognose – ha trovato una modalità educativa, significativa e delicata, da suggerire alle famiglie. «Anche quest’anno – scrive Padre Parroco attraverso il web – vogliamo chiedere ai nostri bambini di prendersi cura dei bisogni dei più piccoli. Ogni bambino potrà portare un alimento per neonato: omogeneizzati, biscotti, pannolini (dalla quarta misura in poi) ma non latte, e metterlo dentro le ceste ai piedi della capanna». Fin qui nulla di nuovo sotto il sole!

Poi, don Leonardo suggerisce una modalità operativa diversa dal solito, «è importante – scrive – che siano loro stessi (guidati da voi) a scegliere i prodotti. Portateli nei supermercati, nelle sanitarie ed educateli alla carità guidandoli nella scelta (magari alla fine pagate voi!)».

Per distinguere tale gesto dal semplice assistenzialismo sociale (giusto e utile anche quello), il Parroco offre, infine, un ulteriore dettaglio operativo. «Nel portare – scrive, infatti – l’alimento davanti la capanna dite ai bambini di fare una preghiera per quei neonati di cui si stanno prendendo cura. Facciamoli crescere con uno sguardo verso l’altro».

Ci si può educare alla carità così come ci si educa (o ci si dovrebbe educare) al rispetto delle regole, della vita, degli altri ecc., guardando negli occhi – come ci ricorda Papa Francesco – la persona che stiamo aiutando, e ponendo Cristo al centro della nostra azione di carità, come ricordato da San Giovanni Paolo II: «Continuate a servire i poveri, a compatire le loro sofferenze e a rispondere ai loro appelli. Siate loro vicini e fate loro sentire l’amore che il Cristo ha per loro; fate loro capire che voi in Lui trovate la sorgente della carità per loro e da Lui ricevete la forza per rinunziare a voi stessi e dedicarvi a loro. In una parola: mettete il Cristo al centro della vostra attività e fatelo sentire vivo e operante tra coloro che voi incontrate».

È importante che i nostri bambini crescano con questa sensibilità e responsabilità.

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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