Albino Luciani, il papa dal sorriso mite e attraente, il prossimo 4 settembre “ritorna” a San Pietro per essere proclamato beato. Il pontefice che prese il nome di Giovanni Paolo I, e a cui bastarono trentatré giorni di pontificato – vissuti in totale umiltà e semplicità – per far conoscere al mondo, ricorda il vaticanista Benny Lai, “un modo nuovo di fare il Papa”. «Io non ho – aveva detto nel corso del suo primo Angelus da pontefice – né la sapientia cordis di Papa Giovanni, né la preparazione e la cultura di Papa Paolo, però sono al loro posto, devo cercare di servire la Chiesa. Spero che mi aiuterete con le vostre preghiere».

Il suo breve pontificato apportò delle modifiche significative al cerimoniale pontificio. Luciani, infatti, sostituì la solenne cerimonia dell’incoronazione riservata ai pontefici con una semplice e dignitosa celebrazione, chiamata oggi di “inizio pontificato”. Quattro giorni dopo la sua elezione – tralasciando il testo scritto (dove ancora per poco veniva utilizzato il “plurale maiestatis”) – Papa Luciani si rivolgeva ai cardinali utilizzando la prima persona personale: «Sono un novizio in Vaticano – diceva – non so niente degli ingranaggi di questa specie di orologeria. La prima cosa che ho fatto è di sfogliare l’Annuario Pontificio per vedere il “Chi è” di ogni persona e come funziona la macchina» (G. Zizola, “I Papi del XX e XXI secolo”). Poi chiese ai cardinali di aiutare «questo povero Cristo, il vicario di Cristo, a portare la Croce. Credo di avere estremo bisogno anche dei vescovi che sono fuori Roma».

Nel settembre del 1972, quando era ancora Patriarca di Venezia, fu Paolo VI a farlo visibilmente arrossire per un gesto che prefigurò il suo futuro pontificato. Papa Montini, infatti, in visita pastorale a Venezia, nella gremitissima Piazza San Marco, pose sulle spalle del cardinale Luciani la stola pontificale. «Divenni – disse Luciani – rosso, rosso per quel gesto».

Cinque anni più tardi, nel luglio del 1977, un anno prima di essere eletto Romano Pontefice, Albino Luciani incontrò una delle tre veggenti di Fatima, suor Lucia Dos Santos, e da quell’incontro ne uscì scosso. Anche se non conosciamo i temi della conversazione con la veggente di Fatima (forse l’imminente elezione al soglio di Pietro o la vicinanza della sua morte!), sappiamo però che Luciani non dimenticò quel particolare incontro. Otto mesi dopo, infatti, nel marzo del 1978 (cinque mesi prima della sua elezione a pontefice), durante una cena con i suoi familiari, la cognata, vedendolo particolarmente pensieroso gliene chiese il motivo, e Luciani rispose: «Pensavo a ciò che mi ha detto suor Lucia a Coimbra».

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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