L’edificio di culto, noto come Chiesa dei SS. Quaranta Martiri alla Guilla e situato nell’omonima piazzetta, fu eretto nel 1605 per iniziativa di alcune famiglie della nobiltà pisana stabilitesi a Palermo. Molti di questi nobili si erano trasferiti in Sicilia in seguito alla caduta di Pisa sotto il dominio di Firenze nel 1409.

Esternamente, la chiesa presenta una facciata essenziale in blocchi di tufo, caratteristica distintiva del sobrio stile protobarocco locale. L’interno, invece, subì un importante rinnovamento e una completa ridecorazione nel 1725.

Il presbiterio ospitava in origine la tela dei SS. Quaranta Martiri realizzata da Vincenzo da Pavia tra il 1551 e il 1553. La volta è dominata dall’affresco dell’Assunzione della Vergine, opera di Guglielmo Borremans (1725), pittore che, con l’ausilio dei suoi collaboratori, affrescò anche le pareti laterali con le storie dei santi pisani, circondate da sontuosi ornamenti.

Le intitolazioni della chiesa

La chiesa – raccontata dalle immagini fotografiche del professor Baldo Lo Cicero – onora due figure religiose: San Ranieri, patrono di Pisa, e i Quaranta Martiri di Sebaste. Questi ultimi erano soldati romani della Legio XII Fulminata che, per la loro fede cristiana, furono martirizzati sotto l’imperatore Licinio nel 320 d.C.. La loro condanna consistette nell’essere lasciati nudi su un lago ghiacciato, presso Sebaste (nell’attuale Turchia), durante una gelida notte invernale, morendo assiderati. Sebbene riportato nelle agiografie, questo tipo di esecuzione, pur ritenuto leggendario, sembra fosse in uso all’epoca.

La comunità pisana a Palermo

Già dal XII secolo, i mercanti pisani avevano consolidato i loro rapporti commerciali con Palermo, punto strategico per i traffici marittimi verso il Nord Africa e il Vicino Oriente. Nel XIII secolo, la presenza pisana nella città era così significativa da dare il nome a una via, la ruga de Pisis (“strada dei pisani”), dove si documenta, ad esempio, l’acquisto di una residenza da parte della famiglia Roncioni. La comunità mantenne saldi i legami con Pisa, sia sul piano economico che su quello culturale, perpetuando le usanze d’origine.

Chi era San Ranieri

Ranieri Scacceri era figlio di un abbiente commerciante pisano e visse una giovinezza dissoluta. A 19 anni, la sua vita cambiò radicalmente dopo l’incontro con l’eremita Alberto nel monastero di San Vito a Pisa. Rinunciando alla sua ricchezza per la povertà, Ranieri si dedicò a una vita di pellegrinaggio in Terra Santa. Rientrato a Pisa nel 1154 circondato dalla fama di santità, si ritirò in un convento. Morì il 17 giugno 1161 e la leggenda narra che le campane di Pisa suonarono spontaneamente. Il suo status di patrono di Pisa fu ufficializzato nel 1632.

Testi consultati per questo nostro contributo: Giuseppe Bellafiore, Palermo. Guida della città e dei dintorni, Edizione Susanna Bellafiore; Saverio Schirò in https://www.palermoviva.it.

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Foto: © Baldo Lo Cicero

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È Presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.